Una mostra celebra Bernardo Colombo

060516 Colombo (43)Dal 13 maggio 2014 al 30 maggio 2014, con una mostra, il dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Padova ricorda Bernardo Colombo (1919-2012), figura  preminente nella storia della statistica a Padova. A lui si deve l’istituzione della Facoltà di Scienze statistiche nel 1968.

Il percorso scientifico di Bernardo Colombo si è svolto in un lunghissimo periodo, spaziando in diversi ambiti, dalla statistica all’organizzazione del sistema scolastico, dalle statistiche ufficiali alla demografia – specie con gli studi su nuzialità, fecondità, abortività – dalle politiche di popolazione alla biometria del ciclo femminile. Al rigore scientifico e metodologico univa la capacità di alimentare rapporti intensi con giovani studenti, ricercatori, colleghi di lavoro nella conduzione di collaborazioni nazionali e internazionali.

Del professor Colombo nel nostro sito abbiamo già pubblicato l’introduzione da lui tenuta per la nostra Associazione il 16 maggio 2006 nell’aula magna del Bo a Padova a un incontro nel quadro dei convegni sull’attualità di sant’Agostino, e il commento di don Giacomo Tantardini, che lo ringraziava di cuore «per il modo umanissimo con cui ha accennato all’umanità del Signore, di Gesù» e «per gli accenni al rapporto tra carità e verità».

 

La mostra sul professor Colombo si può visitare anche virtualmente sul sito http://mostra-colombo.stat.unipd.it/
Per informazioni sulla mostra: segrorg@stat.unipd.it

 

Dove: chiostro - dipartimento di Scienze statistiche - via Cesare Battisti, 241 - Padova
Quando: 13-30 maggio 2014


Europa 2014, è possibile un nuovo inizio?

140513 incontro Europa«Alla vigilia delle elezioni europee del 25 maggio l’opinione pubblica sembra divisa tra chi spinge per uscire dall’Unione europea e chi ritiene inutile andare a votare perché il voto, di fatto, non cambierà niente. Sebbene non manchino sostenitori dell’UE, si respira un prevalente senso di frustrazione: l’Europa non appare più come un centro, ma come una grande periferia del mondo globalizzato. Ma, nella scia di papa Francesco, proprio l’essere o il sentirsi ‘periferia’, se guardato nel profondo, non può costituire l’occasione per recuperare un atteggiamento positivo e darci l’opportunità di un cambiamento?».

Così recita la parte iniziale del testo del giudizio di Comunione e Liberazione in vista del voto per il rinnovo del Parlamento europeo. E proprio a partire da questi documento CL di Padova propone l’incontro

EUROPA 2014, È POSSIBILE UN NUOVO INIZIO?

martedì 13 maggio 2014, ore 21.00

aula magna Polo didattico Dieffe

via Risorgimento 29 - Noventa Padovana (PD)

con

Luca ANTONINI ordinario di Diritto costituzionale, Univ. Padova

Gilberto MURARO ordinario di Scienza delle finanze, Univ. Padova

a cura di Comunione e Liberazione

 

Scarica il volantino di CL: EUROPA 2014, È POSSIBILE UN NUOVO INIZIO?

Scarica la locandina dell'incontro

 

MATERIALI DI APPROFONDIMENTO (dal sito Tracce.it)

«È possibile un nuovo inizio?» - L'intervento di Julián Carrón all'incontro del 9 aprile a Milano

Il volantino di CL

Il video dell'incontro del 9 aprile a Milano

L'intervento di Riccardo Ribera d'Alcalá all'incontro di Milano

L'intervista integrale a Rowan Williams

L'intervista integrale a Laurent Lafforgue

L'intervista integrale a Gian Arturo Ferrari

L'intervista integrale a padre Mauro Giuseppe Lepori

L'intervista integrale a Constantin Sigov


Don Giovanni il dissoluto assolto

don gioSegnaliamo volentieri l'iniziativa di un gruppo di studenti universitari padovani: due date a Padova per l’opera teatrale del Nobel José Saramago con la Compagnia Teatrale Universitaria Beolco Ruzzante

 

Non si tratta certo di una buona giornata per Don Giovanni, nobile cavaliere di Siviglia e grande donnaiolo. Sebbene abbia avuto più di duemila donne, non è riuscito a conquistare le ultime due che aveva preso di mira: la contadina Zerlina, che stava per convolare a nozze con l’amato Masetto, e la nobile Donna Anna, che si è opposta alle seduzioni del libertino invocando l’aiuto di suo padre il Commendatore, poi ucciso in duello da Don Giovanni. Ma quel che è peggio, cosa di cui Don Giovanni è ancora ignaro, è che Donna Anna, aiutata dal promesso sposo Don Ottavio e da Donna Elvira, una vecchia vittima del seduttore, sta tramando vendetta per il tentato abuso e per la morte del padre. Il Commendatore, però, non aspetta che siano i vivi a vendicarlo, e si presenta lui stesso, sotto forma di statua, a casa di Don Giovanni…

 

La Compagnia Teatrale Universitaria Beolco Ruzzante

presenta

dal premio Nobel J. Saramago

Don Giovanni il Dissoluto Assolto

giovedi 8 maggio ore 21
sabato 17 maggio ore 21

Teatro don Bosco, via S. Camillo de Lellis, Padova

 

Entrata gratuita. Posti limitati.

Prenotazioni su: teatro-unipd.eventbrite.it

Personaggi e interpreti

Andrea Stefani (Psicologia)                   Don Giovanni

Gianluca Segato (Economia)                 Leporello

Filippo Carnovalini (Informatica)         Il Commendatore

Federica Volpato (Veterinaria)              Donna Elvira

Valentina Bolognesi (Beni Culturali)    Donna Anna

Elena Marzola (Psicologia)                   Zerlina

Nicola Stefani (Psicologia)                    Masetto

Andrea Artico (Statistica)                      Don Ottavio

Iniziativa studentesca finanziata con il contributo dell’Università di Padova sui fondi della Legge 3.8.1985 n. 429

La Compagnia Teatrale Universitaria Beolco Ruzzante è nata dalla passione per il teatro di alcuni studenti dell’ateneo patavino, desiderosi di poter coltivare la loro passione anche durante il periodo degli studi, e di far conoscere ai loro colleghi studenti una forma d’arte, quella teatrale, che non è più valorizzata come un tempo ma che può ancora dare moltissimo.

Questo “Don Giovanni” è la prima rappresentazione che la Compagnia riesce a mettere in scena, grazie all’aiuto dei fondi concessi dall’Università di Padova; tutti i membri della Compagnia si augurano che possa essere il primo di una lunga serie di spettacoli, che coinvolgano sempre più studenti sia tra il pubblico che all’interno della Compagnia stessa.

 


Ratzinger e le radici cristiane dell’Illuminismo

Le-souper-des-philosophes[1]L’Associazione italiana Centri Culturali segnala per la sua attualità un testo di Joseph Ratzinger. Si tratta di alcuni passaggi dalla conferenza tenuta la sera di venerdì 1 aprile 2005 a Subiaco, al Monastero di Santa Scolastica. L’intervento è stato pubblicato poi integralmente da Cantagalli nel 2005 con il titolo L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture.

 

«Il cristianesimo, in quanto religione dei perseguitati, in quanto religione universale, al di là dei diversi Stati e popoli, ha negato allo Stato il diritto di considerare la religione come una parte dell’ordinamento statale. Ha sempre definito gli uomini, tutti gli uomini senza distinzione, creature di Dio e immagine di Dio, proclamandone in termine di principio, seppure nei limiti imprescindibili degli ordinamenti sociali, la stessa dignità».

(…)

«In questo senso l’illuminismo è di origine cristiana ed è nato non a caso proprio ed esclusivamente nell’ambito della fede cristiana. Laddove il cristianesimo, contro la sua natura, era purtroppo diventato tradizione e religione di Stato (…) È stato merito dell’illuminismo aver riproposto questi valori originali del cristianesimo e aver ridato alla ragione la sua propria voce. Il Concilio Vaticano II, nella costituzione della Chiesa nel mondo contemporaneo, ha nuovamente evidenziato la corrispondenza tra cristianesimo e illuminismo, cercando di arrivare ad una vera riconciliazione tra Chiesa e modernità».

(…)

«Con tutto ciò bisogna che le due parti [cristianesimo e illuminismo] riflettano su se stesse e siano pronte a correggersi. Il cristianesimo deve ricordarsi sempre che è la religione del logos. Esso è fede nel Creator spiritus, nello spirito creatore dal quale proviene tutto il reale. Proprio questa dovrebbe essere oggi la sua forza filosofica, in quanto il problema è se il mondo provenga dall’irrazionale, e la ragione non sia dunque altro che un “sottoprodotto”, magari pure dannoso, del suo sviluppo o se il mondo provenga dalla ragione, ed essa sia di conseguenza il suo criterio e la sua meta. La fede cristiana propende per questa seconda tesi, avendo cosi, dal punto di vista puramente filosofico, davvero delle buone carte da giocare, nonostante sia la prima tesi ad essere considerata oggi da tanti la sola “razionale” e moderna. Ma una ragione scaturita dall’irrazionale, e che è, alla fin fine, essa stessa irrazionale, non costituisce una soluzione ai nostri problemi. Soltanto la ragione creatrice, e che nel Dio crocifisso si è manifestata con amore, può mostrarci la via. …

… Nell’epoca dell’illuminismo si è tentato di intendere e definire la norme morali essenziali dicendo che esse sarebbero valide etsi Deus non daretur, anche nel caso Dio non esistesse. Nella contrapposizioni delle confessioni e nella crisi incombente dell’immagine di Dio, si tentò di tenere i valori essenziali della morale fuori dalle contraddizioni e di cercare per loro un’ evidenza che li rendesse indipendenti dalle molteplici divisioni e incertezze delle varie filosofie e confessioni. Cosi si vollero assicurare le basi della convivenza e, più in generale, le basi dell’umanità. A quell’epoca sembrò possibile, in quanto le grandi convinzioni di fondo create dal cristianesimo in gran parte resistevano e sembravano innegabili. Ma non è più cosi. La ricerca di una tale rassicurante certezza, che potesse rimanere incontestata al di là di tutte le differenze è fallita. Neppure lo sforzo di Kant è stato in grado di creare la necessaria certezza condivisa. Kant aveva negato che Dio possa essere conoscibile nell’ambito della pura ragione ma nello stesso tempo aveva presentato Dio, la libertà e l’immoralità come postulati della ragione pratica, senza la quale, coerentemente, per lui non era possibile alcun agire morale. La situazione odierna del mondo non ci induce forse a pensare di nuovo che egli possa aver ragione? Vorrei dirlo con altre parole: il tentativo, portato all’estremo, di plasmare le cose umane facendo completamente a meno di Dio ci conduce sempre più sull’orlo dell’abisso, verso l’accantonamento totale dell’uomo. Dovremmo allora capovolgere l’assioma degli illuministi e dire: anche chi non riesce a trovare la via dell’accettazione di Dio dovrebbe comunque cercare di vivere e indirizzare la sua vita veluti si Deus daretur, come se Dio ci fosse. Questo è il consiglio che già Pascal dava agli amici non credenti; è il consiglio che vorremmo dare agli amici che non credono. Cosi nessuno viene limitato nella sua libertà, ma tutte le nostre cose trovano un sostegno e un criterio di cui hanno urgentemente bisogno. Ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento nella storia sono uomini che attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano credibile Dio in questo mondo.”


A proposito di cultura cristiana…

Vittore_carpaccio,_visione_di_sant'agostino_01[1]Proponiamo un testo segnalato dall’Associazione Italiana Centri Culturali a proposito di cultura cristiana. La parte che precede la citazione è tratta da Veronique di Charles Péguy, là dove il poeta e scrittore francese presenta il suo noto giudizio sul mondo moderno dopo Cristo, senza Cristo.

 

(…) Péguy ad un certo punto parla di «viltà di diagnosi» dicendo che i preti e i cattolici non vorranno riconoscere la dimensione e la natura della scristianizzazione. Ma non riconoscendo questo, si compie quello che Giussani chiama «l’errore fondamentale» (L. Giussani «Tutto quel che si dice» in Dal temperamento un metodo. Bur Milano 2002, p.53.) della risposta cattolica al moderno, cioè pensare di vincere la cultura moderna con la cultura cristiana. Questo è l’errore fondamentale. Se non ci sono relazioni tra l’uomo di oggi e il cristianesimo, la cultura, anche cristiana, non è grado di per sé di stabilire alcuna relazione. La cultura non può stabilire di per sé nessuna relazione reale: occorre qualcosa che venga prima della cultura. Questa è l’intuizione di Péguy. E questa è identicamente l’intuizione di sant’Agostino.

Sant’Agostino arriva a dire, seguendo san Paolo, che tutta la dottrina cristiana senza la delectatio e la dilectio, senza l’attrattiva amorosa della grazia, è lettera che uccide (Cf. Agostino, De Spiritu et littera 4,6; ci. Tommaso d’Aquino, Summa theologiae q 106 p 2. 7P). Non è la cultura, neppure la dottrina cristiana, che può stabilire un rapporto con un uomo per il quale il cristianesimo è un passato che non lo riguarda. È qualcosa che viene prima della cultura. Questo qualcosa che viene prima sant’Agostino lo chiama delectatio e dilectio, cioè l’attrattiva amorosa della grazia. Così il contesto in cui viviamo rende soltanto più evidente la prospettiva cristiana. Leggo ancora una frase della Postfazione perché mi sembra semplice, così che anche i più giovani possano immediatamente intuire: «Non si diventa cristiani per un discorso, non si diventa cristiani per la teologia, non si diventa cristiani nemmeno perché si legge la Bibbia. Sono tutte occasioni per diventare cristiani, come per esempio occasione umanissima per diventare cristiani può essere data dal fatto che uno si innamora di una ragazza cristiana. Un’occasione molto più semplice e molto più vera delle altre. Soprattutto così il cristianesimo si è diffuso. » (P. Mattei (a cura di), Charles Péguy. l’operare delta grazia, cit., p. 4)

 

Brani tratti da Giacomo Tantardini, Il cuore e la grazia in sant’Agostino. Distinzione e corrispondenza, Città Nuova 2006. Il volume raccoglie alcuni “Convegni sull’attualità di sant’Agostino” promossi dall’Associazione Rosmini nell’Università di Padova


“Attraverso la luce” a Belluno, l’esordio della Compagnia degli Zoppi

Luce - LocandinaQuaranta opere di vari artisti esposte ad aprile e maggio a Belluno, nella Casa degli artisti di via Sottocastello, 2/b. Tema: “Attraverso la luce”. È questa la prima uscita pubblica della “Compagnia degli Zoppi”, che prende le mosse da un gruppo promotore, composto da Luigi Gentilini, Romolo Fedon, Graziano Damerini, Claudio Palazzo, Ida Comel, Corrado e Licia Chierzi, Marco Avenia, Cinzia Savazzi, Paolo De Biasio, Ilario Tancon, Elena De Bona, Alessandro Antinarella, Teresa Danieli, Ilaria Scremin, Alberto De Biasio. L’inaugurazione dell’espoeizione si terrà il 12 aprile. Ecco la presentazione dell’esposizione da parte dei promotori.

Info compagniadeglizoppi@gmail.com

 

Non esiste artista disposto a rinunciare all’originalità.

Ogni opera in fondo nasce per essere unica, un po’ come ogni persona desidera che la sua avventura in questo mondo sia un’esperienza irripetibile.

A chi gli osservava che era originale, Gaudì rispondeva: “L’originale consiste nel ritornare all’origine”.

È innegabile che questa esposizione, proprio per il tema prescelto, la luce, sia davvero un viaggio di ritorno alle origini dell’arte.

Andre Derain, l’esuberante pittore di Chatou, scrisse più volte: “la sostanza della pittura è la luce”.

Mettendoci in coda a questo genio del 900 vorremmo aggiungere con osservazione più radicale: “non solo non vi è arte senza luce, ma neppure vita”.

Arte e vita dunque procedono insieme in un rapporto inscindibile e la medesima necessità di rapporto è nell’essenza stessa di questo prezioso elemento: la luce.

La luce non esiste astrattamente intesa, ma essa è sempre in rapporto ad altro, nasce per esser legata a..., forse per servire.

Cezanne intuì perfettamente tale connubio: “la luce è una cosa che non può essere riprodotta ma deve essere rappresentata attraverso un’altra cosa, attraverso il colore...” ed aggiungeva con particolare soddisfazione: “...Sono stato contento di me, quando ho scoperto questo...”

È questa gioia della scoperta il criterio usato nella selezione delle 40 opere che la nostra esposizione propone, stilisticamente diversissime, ma unite da un comune desiderio di sviluppare un tema che nasconde davvero molteplici stimoli e ci porta in una dimensione che potremmo definire primigenia.

Il capo Apache Geronimo era solito raccontare la sua vita in questo modo:

“io sono nato nelle praterie dove il vento soffia libero e non c’è nulla che ferma la luce del sole. Io sono nato dove non c’erano costrizioni.”

Niente costrizioni dunque per gli artisti che hanno deciso di partecipare a questo evento, offrendo al pubblico la loro opera. Solo la domanda elementare ed il desiderio di riscoprire che cosa sia veramente la luce, anche attraverso forme espressive non strettamente figurative come la poesia ed il racconto.

Fu “luce” infatti la prima parola pronunciata da Dio nell’atto di generare il mondo (Gn 1,3) e lo stesso Michelangelo non si lasciò sfuggire questo “dettaglio”, descrivendo in tal modo la sua esperienza di uomo e di artista: “Vivo ed amo nella peculiare luce di Dio”.

 


Giorgio Vaccari. Laico, cioè cristiano

Giorgio VaccariSi terrà sabato 15 marzo 2014 alle 17.00 a Bassano del Grappa nell’Aula n. 14 pian terreno dei Padri Scalabriniani la presentazione del volume di Matteo Fiore e Maria Letizia Vaccari Giovanni Giorgio Vaccari Laico, cioè cristiano pubblicato in occasione del centenario della nascita di Giorgio Vaccari (1913-1991). Interverranno il giornalista Eugenio Andreatta e Maria Letizia Vaccari, insegnante.

Bassanese di origine (vi nacque il 6 ottobre 1913) Giorgio Giovanni Vaccari in realtà a Bassano si stabilì definitivamente con la famiglia nella sua casa alla Santissima Trinità solo con il pensionamento nell’ottobre del 1973. Eppure a Bassano è figura notissima, per la sua opera di instancabile ed entusiasta animatore di iniziative sociali, soprattutto rivolte agli anziani, quasi fino alla morte, sopraggiunta il 24 febbraio 1991.

Cresciuto e formatosi all’interno dell’associazionismo cattolico, Vaccari si è sempre interessato di problemi sociali, in particolare di anziani e poveri, ma il suo preminente interesse è stato l’impegno a favore delle missioni. Ha vissuto per quasi quarant’anni a Milano, con un intervallo di quasi cinque anni trascorsi, per lavoro, in Argentina.

Nel centenario della sua nascita, i famigliari e gli amici offrono alla cittadinanza una breve biografia in sua memoria, grati per tutto quello che ha testimoniato. Il volume, completato da una sezione fotografica, è ricco di episodi inediti e spesso gustosi. Vaccari infatti era una persona ilare e spesso organizzava scherzi ad amici e conoscenti. Dal volume però emergono anche capitoli meno noti ai bassanesi, quali l’impegno lavorativo in America Latina e poi in Italia, con le iniziative a favore dei lavoratori dell’azienda, la partecipazione alla resistenza, grandi e piccole opere sociali da lui messe in piedi e tanti gesti di carità praticata con discrezione e verso tante persone in difficoltà.

La sua è «una figura genuinamente cristiana che si staglia nel tessuto laborioso e fecondo della provincia vicentina come un frutto buono della sua terra», scrive il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol in un messaggio allegato al volume, che sarà letto integralmente durante la presentazione.

«Ho capito», aggiunge monsignor Pizziol, «come Vaccari abbia non solo dato spessore a delle intuizioni umane e sociali che, per così dire, portava in sé, ma - anche - come le abbia messe a servizio dell’intera comunità, civile e religiosa. «Con voi, allora, non posso non ringraziare e lodare Dio per la presenza che nel territorio vicentino e di missione è stato Giovanni Giorgio Vaccari. La sua fede l’ha portato a vivere sempre con umiltà, sapendo che tutto ciò che faceva doveva andare per un bene più grande del suo: così ha fatto a Milano per quarant’anni, per quasi cinque anni in Argentina ed ancora negli ultimi diciassette anni a Bassano del Grappa».

Ecco alcune foto di Giorgio, tra cui una di don Giussani con i nipoti Vaccari e una a Kiringye, nell’attuale Repubblica democratica del Congo, dove la figlia Letizia era in missione.


La nota dominante. Testimonianza concerto di Marcelo Cesena

Marcelo_Cesena«Nella vita ho sempre desiderato cose grandi, sempre il massimo. Cercavo lo straordinario. Ora lo straordinario è diventato l’ordinario. E anche le piccole cose ti chiamano per andarci al fondo, per capire tutta la loro consistenza. Tutta la realtà è lo straordinario. E tu ci vivi dentro»...

L’Associazione culturale Antonio Rosmini propone l’evento

La nota dominante. Il cuore e il destino

concerto-testimonianza con il pianista brasiliano

Marcelo Cesena

giovedì 20 marzo 2014, ore 21

OnOff Spazio Aperto

via Albania 2bis Padova, ingresso 5 euro (soci Rosmini e OnOff)

info@rosminipadova.it  329-9540695 @rosminipadova

 

L’esperienza di un viaggio ricco di incontri inaspettati che cambiano la vita e il rapporto con la musica. Le sue composizioni, la grande musica – da Chopin a John Williams – per scoprire la bellezza che domina il cuore di ognuno di noi.

«La mia musica è diventata espressione di questo. Sia quando compongo, anche prendendo spunto da cose semplici come il matrimonio di un amico, sia quando suono quella di altri. Chopin, per esempio. Quella musica è mia». Dentro ci sta tutto, la tecnica, il talento. Ci si potrebbe fermare a questo, volendo. Come prima. E invece ora è diverso: «Non lasci indietro nulla di te. Al contrario. È l’esperienza di un di più». Come accade nelle orchestre, seguendo il direttore su volumi, ritmo, quello che ne esce è l’armonia: «Che è più dell’equilibrio. Dentro c’è una pienezza. Una bellezza». E lo capisce ora cos’è quella bellezza che va in giro raccontando nei suoi concerti: «È un regalo di Dio, perché noi possiamo anche solo provare per un istante quello che prova lui a guardare la cosa più grande che abbia creato: il nostro cuore».

Riconosciuto talento nel mondo della musica classica, Marcelo Cesena si è esibito come solista ed in varie formazioni cameristiche in prestigiosi teatri e sale da concerto in Brasile, Italia, Spagna, Bosnia, Francia e Stati Uniti. È stato due volte vincitore del “Concorso Giovani solisti dell’Orchestra Sinfonica” dello Stato di São Paulo; vincitore al primo posto al “Primo Concorso di Musica da Camera” della Facoltà di Santa Marcelina; così come primo posto e migliore esecuzione di Bach alla “Sesta edizione del Concorso della città di Aracatuba”; vincitore del “Concorso Giovani Solisti del decimo Festival della Musica di Londrina” dove ha ottenuto il titolo di “Solista Firestone”.

Vincitore nel 2009 e 2013 del premio “Brasilian International Press Award” per la categoria “Miglior musicista Brasiliano che vive negli Stati Uniti”, ed elogiato per la sua “tecnica formidabilmente perfetta” (Folha de Londrina) e “impressionante interpretazione musicale” (Estado de São Paulo), il pianista Brasiliano, Marcelo Cesena ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con la sua abilità artistica unica e con le sue emozionanti interpretazioni della vita attraverso la musica. Il suo talento ha raccolto apprezzamenti da diversi musicisti: Aylton Escobar, direttore d’orchestra e compositore Brasiliano, ha chiamato Cesena “un talento luminoso con un dono di carattere nobile che richiama grande attenzione da tutto il pubblico”. Alexander Korsantia, vincitore del Premio Rubenstein ha detto, “Il suo suonare è estremamente luminoso, aperto a nuovi orizzonti e pieno di colore”.

Marcelo Cesena ha ricevuto la sua educazione musicale al Conservatorio Musicale di Santana, in Brasile; alla Facoltà di Santa Marcelina e alla Facoltà Mozartiana di São Paulo, in Brasile; ha conseguito il Master Degree in Piano Performance presso l’Arizona State University (Arizona, USA) dove ha anche vinto la Regent Scholarship; ad UCLA (University of California Los Angeles) si è formato in composizione musicale per colonne sonore in film, televisione, programmi digitali di intrattenimento.

Nel 2013, Marcelo Cesena ha eseguito oltre 100 concerti negli Stati Uniti, Europa e Sud America e ha ricevuto l’onore di eseguirsi in concerto durante la visita del Santo Padre alla Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro.  Oltre alla sua carriera discografica, dopo aver pubblicato diversi CD, Marcelo Cesena ha composto colonne sonore per diversi film indipendenti prodotti negli Stati Uniti. Affascinato dalla produzione cinematografica, nel 2010 ha fondato insieme a Ms. Susan Watkins la casa produttrice Lakestar Production. Recentemente ha ricevuto due nomine per il premio -Brazilian International Press Award 2014, nelle categorie: miglior musicista brasiliano che vive negli Stati Uniti e miglior concerto brasiliano in tournée.

 

Visita il sito ufficiale di Marcelo Cesena

Visita la pagina facebook dell’evento.


Quelle tenaci primavere arabe: le foto

IMG_5906Ecco le foto, realizzate da Filippo Stoppa, dell'incontro di venerdì 7 marzo al Centro universitario di via Zabarella a Padova sul tema “Quelle tenaci primavere arabe” con l'islamologo Samir Khalil e il sociologo Enzo Pace, con il coordinamento di Andrea Pin.


Parole a confine 2014

manifesto_2014[1]Un esempio di programmazione culturale intelligente in un tempo in cui di fondi per la cultura se ne vedono veramente pochi. Tre comuni dell’Alto Vicentino mettono insieme le forze e propongono un cartellone che va da Antonella Ruggiero al coro delle Mondine di Novi a Giovanni Lindo Ferretti, con un’attenzione particolare alla cultura popolare e senza dimenticare le proposte per i bambini.

È Parole a confine 2014, di cui vi proponiamo il sito internet, la locandina e il pieghevole con le singole manifestazioni.