andrea-pinReferendum costituzionale del 4 dicembre: una straordinaria opportunità di dialogo. E d’altra parte, anche un rischio: porre le persone di fronte a un Sì o un No, un’alternativa secca, favorendo lo scontro e la contrapposizione su argomenti che hanno a che fare con la natura stessa della convivenza sociale. Pubblichiamo un intervento del nostro presidente Andrea Pin.

 

Il 4 dicembre. Se c’è una cosa su cui i sostenitori del Sì e del No al referendum sono d’accordo, è che ciò su cui gli italiani si esprimeranno quel giorno ha a che fare con preoccupazioni fondamentali per il Paese e per il significato stesso della convivenza umana. È qualcosa che tocca il cuore delle istituzioni e impone una riflessione sui loro fondamenti: sulla loro democraticità, sull’efficacia della loro azione, sul rispetto della sussidiarietà. È naturale che l’Associazione Rosmini si coinvolga direttamente, avendo dedicato tanto della propria storia ad approfondire e valorizzare ciascuno di questi aspetti.

Il modo in cui l’Associazione intende farlo non è un particolare, ma esprime il nucleo stesso della Rosmini e il significato della sua azione. Nelle tante e ammirevoli iniziative di dibattito, che mostrano la vitalità, non solo della passione politica, ma la stoffa stessa della società italiana e la serietà con la quale è capace di mettersi in gioco, all’Associazione preme innanzitutto preservare e trasmettere un’evidenza: il bene stesso del vivere insieme e di accettare l’altro. Un referendum è una straordinaria opportunità di dialogo ma cova anche un rischio: pone le persone di fronte a un Sì o un No. Istituisce un’alternativa secca, favorendo lo scontro e la contrapposizione su argomenti che hanno a che fare con la natura stessa della convivenza sociale.

Per questo l’Associazione ha organizzato per il 18 novembre alle 21.00, un evento che vuole estirpare questa logica. Abbiamo invitato due docenti di diritto costituzionale chiaramente collocati: il prof. Andrea Morrone (ordinario nell’Università di Bologna) è a favore della riforma; il prof. Luca Antonini (ordinario nell’Università di Padova) è contrario. Li abbiamo scelti per un particolare non irrilevante: essi sono profondamente amici e tra loro vige una particolare stima.

Ciascuno di essi ha preso posizione, ma non ha rinunciato al legame con l’altro; anzi, proprio per una tensione all’altro entrambi hanno deciso di esporsi in prima persona, ma senza rinunciare ad ascoltarsi e a scorgere nell’altro un contributo per il bene di tutti. E il 5 dicembre, a urne chiuse, sarà possibile ripartire solo con la consapevolezza di un bene comune, di cui nessuno ha il monopolio e che trascende la dialettica politica.

Desideriamo incontrarli per farci contagiare dalla loro reciproca simpatia. Per questo non chiederemo loro semplicemente di esporre le ragioni del Sì o del No. Li interrogheremo invece innanzitutto sul rapporto che essi intravedono tra la riforma e quei tre principi fondamentali di democrazia, efficacia e sussidiarietà di cui abbiamo tanta cura e che cosa ciascuno di essi scorga di buono nella posizione dell’altro. Che vincano i Sì o i No, il 5 novembre democrazia, efficienza e sussidiarietà rimarranno vitali per il nostro Paese, così come la disponibilità ad imparare dall’altro e a mettersi in discussione.

Non sarà una serata con due protagonisti soltanto. Desideriamo che ciascuno abbia la possibilità di mettersi in gioco. Per questo proponiamo a chiunque lo desideri di inviarci una domanda o una riflessione da sottoporre ai due esperti quella sera, scrivendo all’indirizzo mail info@rosminipadova.it entro l’11 novembre. L’Associazione raccoglierà le sollecitazioni e tenterà di farne sintesi per sottoporle ai relatori in anticipo.

Nel frattempo, suggeriamo a tutti l’approfondimento sulla riforma costituzionale curato dalla Fondazione per la sussidiarietà, cui hanno partecipato esperti di diversa estrazione e opinione.

 

Andrea Pin, presidente Associazione culturale Rosmini