Millet, la dignità del lavoro e la bellezza della famiglia

Millet ChioggiaLa Parrocchia di S. Maria Assunta (Cattedrale) di Chioggia propone la mostra “Uomini e donne al lavoro. Un dramma avvolto di splendori” nella pittura di Jean François Millet, a cura di Mariella Carlotti.

A 200 anni dalla nascita e a 140 anni dalla morte di Jean François Millet (1814-1875), un pittore fondamentale nella storia dell’arte moderna, una esposizione che mette in mostra la preferenza che Millet visse, come soggetto dei suoi quadri, per gli uomini e le donne al lavoro.
Il disamore generale al lavoro - scriveva nel 1910 Charles Péguy - è la tara più profonda, la tara fondamentale del mondo moderno”.
Qualche decennio prima di Péguy, l'artista francese Jean François Millet aveva fatto del lavoro il tema prediletto della sua pittura: nei suoi dipinti esplode la sua simpatia profonda per la quotidiana fatica degli uomini, dove vengono esaltate la dignità del lavoro e la bellezza della famiglia.
Millet è particolarmente colpito dal lavoro dei campi, da quello che egli chiamerà"il grido della terra": contadini, pastori, taglialegna sono i suoi eroi, gli umili protagonisti della storia da lui raccontata.

Millet esalta la grandezza del lavoro umano e rispondendo ad un critico diceva: ”A rischio di passare ancor più per socialista, è il lato umano, francamente umano, che mi tocca di più in arte”.

La mostra è stata realizzata in occasione della manifestazione "Meeting per l'amicizia fra i popoli", anno 2014. Sarà allestita nella navata sinistra della Cattedrale di Chioggia, inaugurata il 30 gennaio e rimarrà aperta fino a domenica 8 febbraio con il seguente orario: tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle ore 15.30 alle 19.00 (saranno possibili anche visite in altri orari, comprese quelle serali, su prenotazione).

Possono partecipare scolaresche, gruppi di catechismo, famiglie e gruppi vari.

La visita e le guide sono gratuite. Per prenotazioni e visite guidate i riferimenti sono: donangelobusetto@virgilio.it (3386539107) e pierluigi.bellemo@libero.it (3491613595).

Inaugurazione e presentazione della mostra

Venerdì 30 gennaio ore 21.00

in Cattedrale a Chioggia

con intervento della prof.ssa Mariella Carlotti


La prima follia mondiale chiamata guerra

o-GRANDE-GUERRA-facebook[1]Il Liceo scientifico Romano Bruni, in collaborazione l’Associazione culturale Antonio Rosmini, presenta

mercoledì 28 gennaio 2015, ore 11.30

presso l’Aula magna del Liceo scientifico Romano Bruni

 

La prima follia mondiale chiamata guerra

 

Interviene Andrea Caspani direttore di Linea Tempo, rivista culturale di storia, filosofia, letteratura e arte. Docente ed esperto di didattica della Storia.

Andrea Caspani, nato a Milano nel 1953, si è laureato in Filosofia all’Università Cattolica di Milano ed è docente Storia e Filosofia nel Liceo classico statale G. Carducci di Milano. È direttore della rivista Linea Tempo. Itinerari di ricerca storica e letteraria. Ha svolto per vari anni il coordinamento del tirocinio e il laboratorio di didattica della storia per le SSIS. Ha pubblicato vari studi di storia, soprattutto moderna e contemporanea, fra cui Memoria storica e insegnamento della storia (2003); La storia italiana: una questione d’identità (2005). Ha curato la mostra storica Testimoni della verità nell’Italia in guerra. La resistenza cancellata (2007).

Scarica il contributo di Caspani sul tema della Grande Guerra.


“Giorgio Foresto” e i centri culturali

Epifania a VeneziaGrande attenzione del sito internet dell’Associazione italiana Centri culturali www.centriculturali.org al libro “Giorgio Foresto - le opere segrete di Giorgio De Gaspari” di Giovanni Scarpa, studente universitario già presidente dell’Associazione culturale Rosmini. Oltre alla notizia dell’uscita del volume in libreria, il sito ospita un editoriale del nostro socio Eugenio Andreatta intitolato “Un’esperienza culturale che nasce da uno sguardo sulla realtà”. La stessa passione per ogni aspetto del reale che ha connotato l’opera di De Gaspari.

 

centriculturali.org, Un’esperienza culturale che nasce da uno sguardo sulla realtà (link http://www.centriculturali.org/default.asp?id=354#b2211)

 

«Tutti qui a Pellestrina conoscevano Giorgio, ma nessuno sapeva fosse il più grande illustratore del Novecento. Da quando arrivò nella nostra isola ha sempre vissuto da barbone. Io ho avuto coscienza di cosa fossero le sue opere per la prima volta nel 2010, in una piccola esposizione locale fatta alla buona; da allora me ne sono follemente innamorato».

Chi parla è Giovanni Scarpa, studente di Lettere all’Università di Padova, già presidente dell’Associazione culturale Rosmini di Padova. Il Giorgio di cui si parla è Giorgio De Gaspari. Ovvero un illustratore di primissimo piano, che operava nella redazione del Corriere della Sera e della Domenica del Corriere assieme a grandi come Walter Molino, Hugo Pratt, Aldo Di Gennaro, Rinaldo Dami. Giorgio, che al Corriere era strapagato e lavorava anche per la Fleetway publications di Londra, a partire dal 1970 fugge dall’ambiente milanese e si isola, lontano dal mondo, nella laguna veneta.

«Per due anni, dal 2012 (anno in cui è morto) al 2014», racconta Giovanni, «sono andato alla ricerca nelle case dei pescatori e della gente del posto per scovare sue opere assieme ai ricordi di chi lo aveva conosciuto, una ricerca che sta ancora continuando». Sì, perché De Gaspari pagava il pane e il latte con disegni e dipinti che oggi valgono decine di migliaia di euro. E lavorava in una palafitta che si può scorgere ancora oggi, in mezzo alla laguna. Per la gente del posto era “Giorgio Foresto”. Giorgio, quello che viene da fuori. E proprio GIORGIO FORESTO le opere segrete di Giorgio De Gaspari si intitola il catalogo che Scarpa ha realizzato nel 2014 per i tipi della libreria editrice “Il Leggio” di Chioggia (www.leggioeditrice.it), che presenta, oltre ad alcuni approfondimenti biografici, circa trenta opere inedite.

Lo studente ci regala un altro ricordo: «Nell’agosto del 2006 finimmo di ristrutturare la casa e mia madre volle invitare Giorgio da noi per chiedergli di dipingere qualcosa sulla parete della cucina. Quella mattina, quando si presentò a casa nostra, c’eravamo solo io e mia madre, e mentre lei continuava a preparare il pranzo, fece sedere il Foresto proprio di fronte alla parete nuova. Io osservavo la scena in disparte. Giorgio fissava lo spazio bianco davanti a lui, perso nei suoi pensieri, mentre mia madre cominciava a parlare. Gli spiegava che avrebbe tanto voluto un tramonto dipinto, con queste cose e quest’altre, ma il Foresto pareva non ascoltarla, pareva sognare quasi, con gli occhi fissi al muro, immobile. Mia madre continuava spiegandogli le sue paure: “Ho un po’ di paura, però, che gli odori e i fumi della cucina rovinino la pittura…”. Solo a queste parole, per una singolare incomprensione Giorgio parve ridestarsi. Si voltò rapidamente verso di lei e disse: “Cioè, lei vorrebbe che io disegnassi gli odori della cucina?”. I suoi occhi parevano brillare di stupore. Penso fosse meravigliato dal fatto che mia madre avesse chiesto una cosa così inusuale, così paradossale. Nel suo cervello miliardi di connessioni nervose elaboravano sinestesie cromatiche e olfattive, provavano a dar vita ad un dipinto nuovo e spettacolare che pareva esaltarlo. Turbata mia madre rispose in fretta: “No, no. Io vorrei un tramonto…”. Giorgio si alzò un po’ deluso e se ne andò dicendo: “Allora niente!”»

L’episodio è rivelatore. Tutte le opere di De Gaspari nascono da uno sguardo senza preconcetti alla realtà che lo porta a intuire, a svelare significati e presenze prima nascosti. La pietà popolare, che a parole disprezza, lo ispira molto da questo punto di vista. È il caso delle sue personalissime Madonne, come la “Madonna in jeans” (foto a lato), con il bambino Gesù in braccio, seduta su una bricola, la struttura di pali di legno che indica le vie d’acqua nella laguna. Nulla di irriguardoso o caricaturale, semplicemente sono elementi della vita di ogni giorno dei pescatori che entrano a comporre una scena sacra e insieme feriale. Singolare anche la Madonna Sirena. Solo un pittore eclettico e geniale come Giorgio poteva trasformare l’elemento letterario dell’inganno e della morte nella delicata immagine della salvezza. E cosa dire della straordinaria Epifania ambientata a Venezia? In un trionfo cromatico, vediamo i cammelli passeggiare per i ponti e stravolgere la quotidianità (come in Caravaggio), perché Gesù non può essere che presente. Dedicato ai milanesi invece il fittissimo disegno in penna biro blu su un foglio strappato da un notes. Mentre un angioletto-putto indica una bella bicicletta al centro del disegno, un mostro spunta da sotto la macchina in primo piano, mentre prende vita una pila di auto dallo sguardo cattivo. Una via di salvezza? Prendere una bici.

Opere di una freschezza assoluta, che ci parlano di un artista capace di guardare al mondo con gli occhi e la fantasia di un bambino. Era nota ad esempio la sua totale estraneità ai soldi. Un suo amico voleva metterlo in contatto con un grande collezionista americano, che avrebbe portato l’artista negli Usa pagando milioni per le sue opere. La risposta di Giorgio fu lapidaria: «Promettimi che non me lo farai mai conoscere». E nel suo appartamento di Brera dai mobili dipinti, dove viveva negli anni Sessanta con la moglie Frances, per un periodo tenne in salotto un enorme cacatua bianco, che dominava gli spazi con i suoi cinquanta centimetri di altezza mentre cercava di rubare il pranzo agli invitati. Per non parlare poi della capra che, sempre durante il periodo di collaborazione con la Domenica del Corriere, Giorgio teneva in casa e portava a passeggio per le strade di Brera. Non si faceva problemi a portarla al guinzaglio sin dentro gli uffici della Mondadori sulla cui moquette nuova sembra aver lasciato pure qualche sgradevole ricordo.

Eugenio Andreatta

 

Galleria: il singolare atelier e le opere di Giorgio De Gaspari citate nell'editoriale di centriculturali.org

 


Il 16 gennaio a Padova “Il mio nome è Pietro”

sarubbi“Il mio nome è Pietro”: è il titolo dello spettacolo teatrale che questa estate è andato in scena al Meeting di Rimini, di Giampiero Pizzol, regia di Otello Cenci con Pietro Sarubbi. Il Pietro al centro del monologo teatrale è l’umile pescatore della Galilea a cui l’incontro con Gesù ha cambiato il nome e tutta la vita: “D’ora in poi ti chiamerai Pietro”. La sua è un’umanità generosa, piena di difetti: capace di rinnegare il Maestro, ma non di dimenticarlo. Chiamato sul palco a parlare di sé, attraverso un potente testo di Giampiero Pizzol, Pietro non può che raccontare quel rapporto, col suo amico Gesù, che ha trasformato la sua esistenza. Così davanti ai sacerdoti che lo interrogano, dopo il suo primo miracolo, il capo degli Apostoli rivive le sue eccezionali avventure col Maestro che l’hanno reso uno “spettacolo d’uomo”.

Lo spettacolo verrà rappresentato a Padova venerdì 16 gennaio 2015 alle 21.00 nel Teatro Don Bosco di via San Camillo De’ Lellis 4.

Un santo semplice, di taglia robusta, impacciato con le parole, ma svelto con i fatti, vivace come un pesce nel mare. Un pescatore di uomini pieno della allegra follia dei bambini che vogliono camminare sul mare, ma capace della saggia maturità di coloro che senza condizioni dicono sì a Cristo. Questo è il miracolo più grande a cui Dio chiama tutti noi. E per amare Gesù occorre solo questo: un cuore di Pietro!

"Quando, in un momento simbolico, stava ponendo le basi della Sua Grande Società, Cristo non scelse come pietra angolare il geniale Paolo o il mistico Giovanni, ma un pasticcione, uno sempre fuori posto, un pauroso: in una parola, un uomo. E su quella pietra Egli ha edificato la Sua Chiesa, e le porte dell'Inferno non hanno prevalso su di essa. Tutti gli imperi e tutti i regni sono crollati, per questa intrinseca e costante debolezza: furono fondati da uomini forti su uomini forti. Ma quest'unica opera, la storica Chiesa cristiana, fu fondata su un uomo debole, e per questo motivo è indistruttibile. Poiché nessuna catena è più forte del suo anello più debole.» GK Chesterton

Pietro Sarubbi dopo la sconvolgente esperienza cinematografica di The Passion di Mel Gibson nel quale ha impersonato Barabba, decide per l'anno della fede di affrontare, stavolta in tono ironico, il personaggio di Pietro, irruente amico di Gesù e roccia di fondazione della Chiesa. Nel testo di Pizzol traspare tutta la carica umana del capo degli apostoli inducendo a percepire tutta la simpatia che poteva provare il Messia per lui.


«Perché, per essere cristiani, è necessario andare a Messa?»

reyes con canizares«Perché, per essere cristiani, è necessario andare a Messa? Questo interrogativo, posto da un cattolico non praticante all’amico sacerdote durante una cena, è il fil rouge del libro di Ricardo Reyes Castillo “Lettere tra cielo e terra” (Cantagalli 2012).

Il volume verrà presentato lunedì 15 dicembre alle 21.00 nel centro congressi Padova “A. Luciani” da Giuseppe Butturini, storico della Chiesa, e dallo stesso autore.

Don Ricardo Reyes si rivolge a credenti e non, in un percorso sorprendente e di facile lettura, per aiutarli a riscoprire l’esperienza eucaristica della Messa e la bellezza di Dio.

«Non è un saggio di teologia», spiega, «ma dodici lettere scritte in un linguaggio accessibile, nelle quali, attraverso episodi personali e passi della Bibbia, si cerca di spiegare la Messa: un atto di culto ancora e sempre presente, ma del quale si è finito per dimenticare il senso e che troppo spesso è vissuto solo come un rito scollato dalla vita quotidiana».

Ricardo Reyes (nella foto, con il cardinale Antonio Canizares) è nato a Grenoble nel 1974 da genitori panamensi. Dal 2003 è presbitero della diocesi di Roma. Ha conseguito il dottorato in Sacra Liturgia presso il Pontificio Istituto Liturgico di Sant’Anselmo a Roma. Attualmente svolge il suo ministero pastorale nella parrocchia di San Basilio a Roma. Ha pubblicato: L’unità nel pensiero liturgico di Joseph Ratzinger (BEL Subsidia 158), CLV, Roma 2011.

 

Ricardo Reyes Castillo

Lettere tra cielo e terra

Cantagalli (2012)

Isbn 978-8882728717

15 euro


“Educare senza paura” con don Vincent Nagle

locandina_11nov_Nagle[1]Le Scuole Romano Bruni presentano, martedì 25 novembre alle ore 21,15 nell’Istituto Romano Bruni a Ponte di Brenta, l’incontro “Educare senza paura” con don Vincent Nagle, della Fraternità San Carlo, tra i curatori della mostra ‘Nessuno genera se non è generato – Alla scoperta del padre in Omero, Dante e Tolkien’, promossa dalla Fraternità sacerdotale San Carlo Borromeo.

Attraverso il materiale espositivo, fatto di 20 pannelli a colori, la mostra, che da mercoledì 26 a venerdì 28 novembre è ospitata dalla scuola, sottolinea l’importanza del rapporto fra padre e figlio, fondamentale nella crescita dei ragazzi e sperimentato quotidianamente nel lavoro di educatori, sia in famiglia che a scuola. 

Vengono ripercorsi alcuni grandi classici della letteratura per comprendere e raccontare l’esperienza della paternità. Gli autori intendono perseguire l’obiettivo di risvegliare nei ragazzi la riflessione verso il rapporto con il proprio padre perchè in questi ultimi decenni è venuta meno la figura del padre che è una figura fondamentale per la formazione dell’uomo, in quanto si genera una persona matura in senso pieno se si riscopre l’importanza della paternità.

Vincent Nagle è nato a San Francisco, California, USA. Dopo la laurea in sociologia e materie classiche alla Università di San Francisco, ha lavorato in Marocco come insegnante di inglese per il Ministero dell’Educazione del Marocco e in Arabia Saudita, per poi conseguire un master in teologia a Berkeley, California. Vincent è poi entrato in seminario a Roma ed è stato ordinato prete nel 1992. Ha preso una laurea in islamica nel 1994 e ha passato il decennio successivo negli Stati Uniti come cappellano in un ospedale del New England.Dal 2006 al settembre 2012 è stato in missione in Terra Santa. Oggi è a Roma.

 


Memoria Duttile Sasso, ad Este la mostra di Alfredo Truttero

141016 AlfSabato 22 novembre 2014 alle ore 18.00, presso la sede del Centro Culturale La Medusa -  ex-Collegio Vescovile, via Garibaldi, Este (PD) - si inaugura la personale di Alfredo Truttero 'Memoria Duttile Sasso'. La mostra sarà presentata da Benedetto Roselli e resterà aperta dal 22 novembre al 13 dicembre 2014 con ingresso libero e nei seguenti orari:

- Tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00
- Domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 20.00 su prenotazione.

Nell'occasione il chitarrista Luciano Chillemi presenterà alcune brevi composizioni di Luca Belloni ispirate ai soggetti della mostra.

Sarà presentato anche il catalogo della mostra, 48 pagine con testi critici e narrativi di E. Andreatta, E. Girardi, G. Zennaro, A.P. Gellini, A. Tartara, M.P. Tindaci, L. Belloni. Fotografie di M. Gottardo.

Il catalogo è acquistabile anche online.

 

Alfredo TRUTTERO

È nato il 31 marzo del 1958 a Milano. Dopo aver compiuto gli studi classici a Varese si iscrive all’Accademia di BB.AA. “Lorenzo da Viterbo” diretta da G. Gatt. A Milano frequenta i corsi di K. Azuma, C. Mo, G. Colombo, W. Valentini alla Nuova Accademia. È scultore e docente di Discipline Plastiche al Liceo Artistico “A. Modigliani” di Padova. Ha tenuto corsie conferenze per studenti sull’arte moderna e contemporanea ed inoltre workshop sul disegno.

Conferenze e Corsi

Dal 1997 tiene corsi per studenti delle scuole Medie Superiori su tematiche di Storia dell’Arte

  • Razionalismo ed irrazionalismo nell’Arte Moderna
  • Giufà la statua ed il segnale
  • L’uomo guarda l’uomo: il ritratto nel ’900
  • L’occhio aperto sul mondo. Monet, Dubuffet, Giacometti
  • Arte e modernità: lo svolgersi di un evento

 

Percorsi sul disegno

  • Disegno Distinto, Assisi 2003
  • Disegno Distante Padova, Casamari 2004
  • Disegno Determinante, Montichiari 2004
  • Copia dal Vero Presente, Segni Richiesti, Padova 2005
  • Disegno Rivelato, Grottammare 2005
  • Disegno Rivolto, Assisi 2006
  • Disegno Incarnato, Assisi 2007
  • Disegno Presente, Chioggia, Padova, Bologna 2009-10
  • Disegno Riferito, Assisi 2011

 

Esposizioni

1989

Nanto, Simposio di Scultura Nantopietra.

Padova, Reggia Carraresi, “Segnali all’orizzonte” a cura di R. Petrucci.

1993

Modena, Premio Begarelli.

1995

Isera, Palazzo de’ Probizer, “Le forme dell’ideale” a cura di R. Balzarotti, testo di C. Ravasi.

Stra, Villa Pisani, “Memorie e attese” a cura di L Bortolatto,

Associazione Le Venezie, con il Patrocinio della XLVI Biennale d’Arte di Venezia, presentazione di C. Semenzato.

1996

Bologna, Sale Museali del Quartiere S. Stefano, “Apparenze e dimore” a cura di M. Cancelli.

Abano Terme, Kursaal, “Verticali”.

Treviso, Reggia dei Carraresi, “Terre d’acqua” a cura di L. Bortolatto.

Amburgo, Istituto italiano di Cultura, “L’ abito come metafora: disegni”.

Stra, Villa Pisani, “L’abito come metafora: sculture”.

In diretta televisiva dal Roxy Bar, “Folata: modellazione in creta”.

1999

Padova, Sala Ex macello, “Hortus Imperfectus”, a cura di E.Gusella, catalogo con contributi di M. Donà e A. Rovatti.

2005

Borgoricco (PD) “STARTART figurazioni” a cura di Laura Sesler

2008

Resana (PD) “Lo sguardo di Maria” a cura di Laura Sesler

2009

Cittadella (PD) “Incrocio” istallazione collettiva del gruppo DiSegno

2010

Castelfranco (TV) “Ritratto” collettiva promossa dalla Galleria Art&Media, mostra itinerante che ha avuto ulteriori esposizioni a Bassano del Grappa (VI), Castello di Godego (TV), Caerano San Marco (TV)

2012

Padova (PD) “Scacchi per San Rocco” mostra personale presso l’Oratorio di san Rocco a cura di Mirella Cisotto Nalon e Nicola Galvan. Interventi in catalogo di Andrea Colasio, Assessore alla Cultura, Giuseppe Frangi, Roberto Filippetti e Letizia Fornasieri.

 

Info:
Cell. 366.3505700
alfredo.truttero@gmail.com


La Rosmini si presenta

19[1]Venerdì 14 novembre alle 21.15 nell’Oratorio del Redentore della parrocchia di Santa Croce, in corso Vittorio Emanuele 166, vicino al santuario di Padre Leopoldo (nella foto: la città di Padova in uno degli affreschi dell’oratorio), si terrà l’incontro dei soci dell’Associazione culturale Antonio Rosmini.

L’incontro, aperto a tutti i soci ma anche ai simpatizzanti, sarà l’occasione per fare il punto sulle attività presenti e future della Rosmini e presentare alcuni incontri e occasioni culturali: la mostra “Memoria duttile sasso” di Alfredo Truttero (Este 22 novembre-13 dicembre) e il volume di Giovanni Scarpa dedicato a Giorgio De Gaspari, il più grande illustratore del Novecento

Ci collegheremo inoltre via Skype con il pianista brasiliano Marcelo Cesena, nostro ospite nei mesi scorsi, che ci racconterà il suo nuovo tour e i progetti legati anche a Padova…

Concluderemo la serata con un momento di festa con torte e brindisi!

La Rosmini è una associazione non profit sostenuta da un piccolo gruppo di persone che gratuitamente e per passione vuole approfondire e vagliare diverse tematiche culturali attuali, offrendo occasioni di incontro, spettacolo e riflessione. Se vuoi coinvolgerti con noi facci sapere. L’associarsi è il primo e più semplice modo di sostenere la nostra attività. Il tuo aiuto è importante! Grazie!

Qui puoi scaricare una brochure dove illustriamo tutta l’attività della scorsa stagione. Può essere anche uno strumento utile per suggerire o eventuali sponsorizzazioni l’anno prossimo!

 

Info: 329-9540695 info@rosminipadova.it


Sant’Agostino, il vero fil rouge di papa Montini

cop agostinoUna presenza discreta eppure costante, un vero fil rouge fatto di appunti scritti perlopiù a mano con calligrafia minuta. Nel 2008 stati pubblicati dal mensile 30Giorni, diretto da Giulio Andreotti, gli appunti riguardanti sant’Agostino di Giovanni Battista Montini, come arcivescovo di Milano prima e come papa poi, raccolti da monsignor Pasquale Macchi, suo segretario.

La raccolta comprende circa 500 diversi passi di sant’Agostino; alcuni di essi si ripetono, così da raggiungere il numero di circa 700 citazioni in totale. Un numero che fa comprendere la conoscenza puntuale, la consuetudine e il profondo amore di Paolo VI per questo grande Padre della Chiesa.

L’Associazione culturale universitaria “Antonio Rosmini” di Padova, organizzatrice per undici anni del Convegni sull’attualità di sant’Agostino, martedì 25 novembre 2008 nell’aula magna dell’Università di Padova propose un incontro dal titolo Montini e Agostino - Sant’Agostino negli appunti inediti di Paolo VI, i cui contributi poi furono pubblicati in larga parte da 30Giorni (2/1999).

Li riproponiamo oggi a pochi giorni dalla beatificazione del papa bresciano. Questo il programma dell’incontro padovano.

Saluto

Gian Paolo Romanato docente di Storia della Chiesa all’Università di Padova

Leggi la relazione sul sito di 30Giorni

 

Introduzione

mons. Renato Marangoni vicario episcopale per l’apostolato dei laici - diocesi di Padova

 

Relazioni

Maria Tilde Bettetini docente di Storia della filosofia alla Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano

Leggi la relazione sul sito di 30Giorni

 

don Giacomo Tantardini autore del volume “Il cuore e la grazia in sant’Agostino” (Città Nuova editrice)

Leggi la relazione sul sito di 30Giorni

 

Gli appunti su sant’Agostino risalgono sia all’epoca dell’episcopato di Montini a Milano, sia al periodo del papato a Roma; quasi tutti sono scritti a mano, mentre rarissimi sono i brani trascritti con macchina da scrivere. È interessante segnalare che un discreto numero di citazioni di Montini non sono del tutto letterali e questo fa capire che buona parte di esse erano probabilmente fatte a memoria.

 

Ecco alcune immagini dell’incontro


“Alle radici del Cristianesimo veneto”, visita ad Aquileia e Grado

Basilica_Aquileia_1[1]Un tour alla scoperta delle millenarie radici cristiane del Nordest. Domenica 9 novembre l’Associazione culturale Antonio Rosmini con il coordinamento di Romano Tiozzo propone una visita di una giornata ad Aquileia e Grado.

La vita di Aquileia romana dura sette secoli, dal 181 a.c. al 452 d.c. con l’invasione degli Unni. Dal 313 dopo l’editto di Costantino inizia lo splendore della città che era la nona dell’impero e la quarta d’Italia dopo Roma Milano e Capua ed aveva assunto il titolo di Capitale della Provincia Venetia ed Histria. Nel 320 inizia la costruzione della prima Basilica che ospiterà nel 381 il Concilio di Aquileia che sostiene l’ortodossia cristiana contro l’arianesimo che negava la divinità di Cristo.

Il programma prevede la partenza da Padova alle ore 8.00 e l’arrivo a Grado alle ore 10.00. È possibile partecipare alla Santa Messa delle 10.00 nella cattedrale di Sant’Eufemia. La celebrazione che sarà animata dalla corale della cattedrale.

A conclusione si potrà visitare nel centro della bella cittadina il campo dei Patriarchi, il duomo di Santa Eufemia e la vicina cattedrale di Santa Maria delle Grazie. Raggiungeremo poi la basilica della Corte per concludere alle 12.30 con una passeggiata nel bellissimo lungomare. Per la visita a Grado abbiamo invitato il professor Ezio Marocco curatore della Guida storico artistica della città.

In un quarto d’ora possiamo raggiungere Aquileia dove è previsto il pranzo al sacco fino alle 14.30. Qui inizierà la visita alla basilica patriarcale, alla cripta degli affreschi, ai mosaici delle Aule Teodoriane. Visiteremo anche la parte romana e – per chi lo desidera - i Musei. Alle 18.00 è fissata la partenza per Padova.

Alla gita si può partecipare con il pullman o con la propria auto. Sia Grado che Aquileia sono dotate di ampi parcheggi. Il costo per chi utilizza l’autobus è di venti euro a persona, quindici per i bambini sotto i 12 anni. Per chi viene con la propria auto le quote sono dieci euro per gli adulti e quattro per i bambini. La visita nel pomeriggio sarà guidata da don Carlo Gervasi, parroco a Udine e cultore di storia e tradizioni locali.

Info e conferme a Romano Tiozzo romano.tiozzo@ve.camcom.it (320-181076) o a Valentina Bolognesi valeboolo@gmail.com (340-3207258) anche con un sms. Per la conferma, si richiede di indicare se si partecipa con la vostra auto o con il pullman (sarà prenotato solo in caso di raggiungimento di una quota di almeno 50 persone). Per chi viene in pullman le iscrizioni si chiudono martedì 4 novembre, per chi invece viene in auto, si può confermare entro venerdì 7 novembre.