Blaise Pascal, un reazionario? Conferenza di Bruno Nacci a Padova

Blaise-Pascal[1]Mercoledì 8 ottobre 2014 alle ore 18.00 nell’Aula Magna del Collegio Morgagni di via San Massimo 33, a Padova il prof. Bruno Nacci terrà un seminario dal titolo:

BLAISE PASCAL, UN REAZIONARIO?

Dopo la discussione seguirà un incontro del relatore con gli studenti della Scuola Galileiana di Studi Superiori, organizzatrice dell’evento. L’incontro è aperto al pubblico.

Bruno Nacci, francesista, ha appena pubblicato “La quarta vigilia - Gli ultimi anni di Blaise Pascal” (La scuola di Pitagora Editrice, Napoli, 2014, 433 pagine, 35 euro)

 

Riportiamo un articolo de il Quotidiano Il Centro

Il genio di Pascal nel saggio di Bruno Nacci

di Giovanni D’Alessandro

Ci sono libri che travolgono. Che afferrano e non si fanno lasciare, dotati di un fortissimo magnetismo, che si appostano su un comodino o su una scrivania in agguato del gesto magico del pick up, dell’esser presi in mano e non lasciati più, in una dimensione di astrazione spazio-temporale, per lunghe ore di lettura. E quando l’autore è un francesista, saggista e pensatore come Bruno Nacci e il soggetto sono gli ultimi quattro anni di vita di Blaise Pascal - cioè di un personaggio che non appartiene solo al Seicento francese o anticipa il secolo dei Lumi, ma si colloca nella nostra quotidianità con un pensiero straordinariamente moderno, non a caso richiamato dai massimi filosofi della contemporaneità - ecco che un libro rimane in prodigioso equilibrio tra polarizzazioni opposte, tra forze che risucchiano il lettore pagina dopo pagina e non permettono che se ne scosti.

È il caso dello splendido saggio, fresco di stampa, “La quarta vigilia - Gli ultimi anni di Blaise Pascal” (Bruno Nacci, La scuola di Pitagora Editrice, Napoli, 2014, 433 pagine, 35 euro) che ha già mobilitato la critica, avvedutasi, dopo anni di asfittico solipsismo della saggistica, di essere in presenza di un’opera destinata a valicare i confini nazionali e che, per tenerci a quelli regionali, gli abruzzesi avranno anche l’opportunità di veder presentato in più sedi, quasi in anteprima, essendo l’autore, milanese, molto legato alla nostra realtà.

Chi è Pascal (Clermont-Ferrand 1623-Parigi 1662)? È un gigante del pensiero, dell’anima e della scienza.

È un genio dotato della precocità di Mozart e della poliedricità di Leonardo, capace di associare, in vertiginosa verticalità, al pensiero filosofico invenzioni pratiche come la prima calcolatrice meccanica in grado d’eseguire le quattro operazioni (la realizzò poco più che adolescente, per aiutare il padre, funzionario reale che doveva occuparsi di lunghi calcoli per riscuotere le tasse); di realizzare nuovi strumenti simili al barometro, per verificare l’esattezza delle rilevazioni dell’italiano Torricelli; di organizzare il trasporto pubblico della più importante metropoli del suo tempo, Parigi dove viveva, nel tempo in cui si dedicava da scienziato al gioco d’azzardo, delizia e rovina di molti grandi a corte e nei salotti aristocratici; di cimentarsi con la paideia, sperimentando un nuovo metodo per insegnare a leggere ai bambini, come un umile maestro di campagna, e nello stesso tempo di produrre studi di matematica che giravano in tutt’Europa, attesi con bramosia da matematici del valore di Fermat; d’essere uno studioso capace di consegnarci, sull’Alterità, le più alte armonie di conciliazione tra fede e ragione che siano state scritte.

Pascal sfugge a ogni definizione. Tranne una: che trasformava in oro ogni cosa a cui si dedicava, facendo progredire con il suo genio, nella sua pur breve vita (39 anni), tanto la scienza quanto l’interrogazione dell’uomo su di sé e sulla propria condizione.

In questo libro Bruno Nacci percorre gli ultimi quattro anni della vita di Pascal, a partire appunto dal 1658. Lo fa con un saggio documentatissimo e ponderoso (senz’essere pesante) che privilegia l’approccio biografico al Nostro, con una premessa tucididea e plutarchica sull’essenza di ciò che una biografia dovrebbe essere. Racconta tutto il mondo in cui viveva Pascal - quale solitaire (laico in condizione di celibato) - nella luminosa e inquietante comunità di religiose di Port-Royal. La voce di Pascal trasferisce le inquietudini del suo tempo ai nostri giorni. Un gigante del pensiero si leva dalle quattro vigilie del suo transito terreno che avverrà nel 1662. Nessuna mens mathematica ha forse indagato, con tanta freddezza e incandescenza al contempo, la propria condizione terrena e l’anelito al divino. Spingendosi all’estremo passaggio, la conciliazione della inconoscibilità di Dio con l’assediante consapevolezza della sua ineludibilità.


Una s. Messa in basilica del Santo per ricordare don Giacomo Tantardini

don Giacomo TantardiniL’Associazione culturale Antonio Rosmini di Padova segnala che mercoledì 1 ottobre alle ore 12.00 nella Basilica del Santo a Padova verrà celebrata una santa Messa in suffragio di don Giacomo Tantardini, per undici anni relatore dei Convegni sull’attualità di sant’Agostino promossi dalla nostra Associazione.

Presiederà la concelebrazione don Alfredo Comi, per 42 anni parroco di Barzio (SO), paese natale di don Giacomo.

A questo link potete trovare un breve profilo di don Giacomo e una sua lettera di risposta a un messaggio di auguri di don Alfredo.


A Padova la prima assoluta di Apocalisse con Figure

DragoIl Battistero del Duomo di Padova ospita eccezionalmente l’esecuzione di un oratorio che il compositore Luca Belloni ha dedicato agli affreschi di Giusto dei Menabuoi. Una data anche al Santo

 

Non sono molti i cicli pittorici dedicati all’Apocalisse di San Giovanni Evangelista. Tra questi uno dei meno conosciuti e allo stesso tempo più completi è l’ampio ciclo, ben 43 dipinti, col quale Giusto de’ Menabuoi ha illustrato l’abside dello splendido battistero del duomo di Padova. Il maestro trecentesco ha voluto (e saputo) raffigurare, con serrata concisione, praticamente l’intero testo biblico racchiudendo, in uno spazio tutto sommato contenuto, autentici tesori pittorici ed umani.

Ed è proprio dal ciclo di Giusto che Luca Belloni, 45enne compositore nato a Milano ma residente ed attivo ormai da moltissimi anni in Veneto, ha preso le mosse per articolare l’Oratorio per soli, voce recitante e strumenti Apocalisse con figure che, già nel titolo, di ascendenza evidentemente anche düreriana, denuncia il debito nei confronti del capolavoro del pittore toscano.

Segnaliamo quindi volentieri la proposta del Gruppo studentesco Spirto gentil: Luca Belloni

Apocalisse locandinaAPOCALISSE CON FIGURE

oratorio per soli, voce recitante e strumenti ispirato agli affreschi dell’abside del Battistero di Padova.

Testi di San Giovanni evangelista, San Tommaso d’Aquino, San Bernardo di Chiaravalle scelti dal compositore

Due concerti:

lunedì 6 ottobre 2014 ore 20.45
nella sala dello Studio Teologico del Santo ore 20.45
(ingresso libero. Saranno proiettate le scene degli affreschi di Giusto grazie alla cortesia del fotografo Giorgio Deganello)

martedì 7 ottobre 2014 alle 20.45
nel Battistero del Duomo di Padova

(serata ad inviti)

 

Interpreti:

Sonia Bianchetti soprano
Alessandra Andreetti mezzosoprano
Annunziata Panetta voce recitante

 

Ensemble WEBERN

Claudio Miotto clarinetti
Federico Andreatta corno
Luciano Chillemi chitarra
Michele Zappaterra pianoforte/tastiere

Luca Belloni direttore

Il concerto è realizzato con il contributo dell’Università degli Studi di Padova sui fondi della legge 3.8.1985 n. 429.

Info 346-3187575. Scarica la locandina in formato .pdf e in formato .jpeg

trombeTesto enigmatico che nei secoli ha affascinato legioni di commentatori che hanno tentato di decifrare la sua mirabolante simbologia, l’Apocalisse di S. Giovanni è, nella sua inesauribile ricchezza, anche una miniera di immagini e di suoni. Proprio questo aspetto assolutamente sensoriale (carnale nel senso proprio - saremmo tentati di dire peculiare - del cristianesimo) ha affascinato innumerevoli artisti che hanno trovato, nelle pagine del testo giovanneo, fonte di ispirazione per capolavori di assoluta grandezza.

Il fulcro poetico del lavoro di Belloni sta nel riconoscere al testo giovanneo e alla sua fedele illustrazione pittorica da parte del Menabuoi un valore non solo estetico ma, ben più profondamente, esistenziale. La Rivelazione (questo è il significato letterale della parola “apocalisse”) della verità sulla vita del singolo e sul senso della storia è il punto focale del testo biblico e del lavoro del compositore che ha voluto sottolineare l’aspetto sacramentale/liturgico implicito nel testo dell’Evangelista creando dei “segnalibri” eucaristici tra i vari episodi - i passi scelti corrispondono puntualmente ai 43 affreschi di Giusto - tratti dal testo di S. Giovanni.

La dimensione eucaristica è peraltro, secondo il compositore, assolutamente evidente nella struttura e disposizione degli affreschi all’interno del Battistero e, segnatamente, nel grande pannello centrale dell’Apocalisse in cui Giusto colloca l’Agnello immolato (Cristo) esattamente nel punto in cui, durante la Messa, avviene l’Elevazione.

sette testeIn ogni circostanza, sembra dirci il compositore, è possibile cambiare prospettiva e intuire i segni in spe e talvolta contra spem dell’amorevole presenza di Cristo che accompagna e abbraccia, misteriosamente ma realmente, le vicende umane.

Come non vedere, nel commovente finale dell’Apocalisse (“Vieni, Signore Gesù”) e nell’ineffabile bellezza del Paradiso che corona la cupola del Battistero, uno dei grandi capolavori della pittura di ogni tempo, il sospiro e il grido consapevole o meno di ogni uomo che, tra le onde di una vita spesso incomprensibile ed apparentemente ingiusta, cerca l’abbraccio che gli porti il riposo e la pace?

L’Ensemble “Webern” è attivo nel 1997 nell’ambito della promozione della musica con particolare attenzione per la contemporaneità e l’intersezione tra le diverse arti (musica, pittura, poesia ecc.). Tra i numerosi concerti si segnala in particolare Giovano in coro le stelle del mattino ispirato agli affreschi della Cappella degli Scrovegni ed eseguito (in prima assoluta) nella meravigliosa cornice del monumento padovano.

Luca Belloni è compositore e direttore d’orchestra. Le sue opere sono state eseguite in Italia e all’estero e radiodiffuse. È autore di numerose pagine vocali e strumentali tra cui si segnalano due atti unici (Il Ritorno e La morte di Ivan), tre oratori (Passio et mors Domini Nostri Jesu Christi secundum Lucam, Russia 1943 - dedicato alla ritirata di Russia - e Apocalisse con figure) e il work in progress “Historia mundi”.


Mozart, che spasso!

mozartSabato 20 settembre alle ore 21.00 nella Sala dello Studio teologico, presso la Basilica di Sant’Antonio di Padova, si terrò il concerto

MOZART, CHE SPASSO!

Musiche di Amadeus... ovviamente! Il concerto vuole svelare al pubblico il lato più “spassoso” del più grande genio musicale di tutta la storia attraverso l’interpretazione dell’Ensemble Waldhorn.

Programma:

DIVERTIMENTO IN RE MAGGIORE KV 136

QUARTETTO PER ARCHI N.1 IN SOL MAGGIORE KV 80

EIN MUSIKALISCHER SPASS KV 522

Ensemble Waldhorn:

Gabriele Falcioni e Antonio Russo - corno
Michele Torresetti e Paolo Lambardi - violino
Matteo Torresetti - viola
Giacomo Grava - violoncello

INGRESSO LIBERO Info 346-3187575

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L’iniziativa è finanziata dall’Università di Padova ai sensi della legge 3-8-1985 n.429 per le iniziative culturali studentesche.

 

Gabriele-Falcioni[1]Il Divertimento in re maggiore Kv 136, scritto da Mozart, sedicenne, di ritorno a Salisburgo dopo il soggiorno italiano, è una pagina brillante, sospesa fra la fattura del pezzo d’ensemble e l’impianto quartettistico. Venne composto nei primi mesi del 1772 insieme ai divertimenti K 137 e K 138 nel periodo tra il secondo e terzo viaggio in Italia. L’opera non è di così facile collocazione in quanto si attiene allo spirito del divertimento ma non alla sua forma; è costituito di fatto solo di tre movimenti con il secondo lento. Non si tratta neppure di un quartetto perché, sebbene sia scritto per quattro strumenti, manca del caratteristico linguaggio cameristico. Il compositore a soli sedici anni propone in definitiva una sua scuola e un suo modello scrivendo di fatto musica sinfonica attraverso l’assemblaggio di alcuni strumenti per essere assimilato alla sinfonia italiana.

Mozart compone il suo primo quartetto (Quartetto per archi n.1 in sol maggiore Kv 80) in una locanda di Lodi, il 15 marzo 1770, «alle 7 di sera» si legge sull’autografo, durante una sosta sulla via per Bologna. A Milano, il compositore aveva avuto modo di ascoltare quartetti di Sammartini e di cogliere la lezione di un linguaggio strumentale inteso anzitutto come trattamento lineare e smaliziato delle strutture formali, eleganza melodica e capacità artigianale dì confezionare una composizione sulla base di un materiale quanto mai elementare.

Ein musikalischer Spaß (Uno scherzo musicale) Kv 522 è una composizione cameristica scritta a Vienna nel giugno del 1787. È anche conosciuta come Divertimento per quartetto di archi e due corni. L’appellativo con cui l’opera viene a volte indicata nei paesi di lingua tedesca, Dorfmusikantensextett(“sestetto dei musici paesani”), è fuorviante: questo brano di satira musicale, infatti, non ha affatto per bersaglio i suonatori di paese; l’intenzione dell’autore era invece quella di realizzare una parodia dei compositori alla moda che, nella Vienna dell’epoca, riscuotevano successo di pubblico e plauso presso la Corte imperiale, pur essendo in realtà musicisti mediocri. Tuttavia, dietro l’evidente desiderio di voler essere maldestro, si cela comunque Mozart, tant’è che il critico Hermann Abert scriverà: «È veramente un capolavoro del genere, una satira deliziosa, dietro le cui pazzie traspare sempre la sicura mano del maestro». Theodor W. Adorno scrive che in questa composizione Mozart ha espresso la sua “tendenza irresistibile alla dissonanza”, che qui è stata nascosta dal compositore “sotto la forma del grottesco” al fine di renderla accettabile all’orecchio dei suoi contemporanei; in questo senso, Adorno considera lo Scherzo musicale K 522 “una precoce anticipazione” del Petruška di Stravinsky.

 

 


Eracleaviva: 3 giorni di incontri, arte e musica

eraclea“Qualcuno ci ha forse promesso qualcosa? ...e allora perchè attendiamo?” Da venerdì 12 settembre a domenica 14 settembre 2014 si svolge “EracleaViva 2014” tre giorni di incontri, arte, musica proposti dagli amici dell’Associazione Culturale Fra Terra e Cielo di Eraclea (Ve) insieme agli altri centri culturali della Provincia di Venezia che lanciamo una “sfida” alla città di Eraclea: portare nel cuore di tutti una manifestazione fatta per persone appassionate alla vita e alla realtà.

La scelta è quella di guardare proprio oggi, in questo tempo fatto di incertezze, al bisogno di certezze di cui il nostro cuore è fatto. Così nasce il progetto EracleaViva a partire dal desiderio di conoscenza, di verità e di bellezza di cui siamo costituiti, al di là di ogni estrazione culturale o religiosa, perché le forze che muovono la Storia sono le stesse che muovono il cuore dell’uomo. Ad oggi la sfida è per ciascuno di noi anche per chi si sente vicino alla resa o si accorge che essere cinici o furbi non sia una risposta umanamente adeguata, perché non esiste al mondo uomo che possa fare a meno di una ragione per vivere e per amare.

 

IL PROGRAMMA (scaricalo qui in formato .pdf)

 

Venerdì 12 settembre 2014

20.30 Presentazione della Mostra: “Ad Usum Fabricae. L’infinito plasma l’opera. La costruzione del Duomo di Milano” con la partecipazione di Mariella Carlotti, curatrice della mostra

 

Sabato 13 settembre 2014

10.30 “Le cose che ho capito della vita” .
Intervengono:
Fausto Bertinotti, ex presidente della camera dei deputati
Fabio Cavallari, narratore

14.30 “La Fede e le Opere: infinito conflitto? Come uscirne?”
Interviene Ettore Gotti Tedeschi, banchiere, già Presidente dello IOR (Istituto per le Opere Religiose),modera Giorgio Malavasi, giornalista.

16.30 “Sperando contro ogni speranza: il dramma dei cristiani nel dramma dell’Iraq”
Interviene Rodolfo Casadei, inviato speciale per il medio oriente del Settimanale Tempi.

18.00 “Il volo in aliante: un’emozione da vivere, il perché di una passione”. Racconto di Lando Arbizzani, maestro del lavoro in pensione e Presidente dell’Associazione nazionale seniores di azienda di Treviso e Venezia.

20.30 “Cercando le 7 chiavi, Antonì Gaudì artista e mistico” Incontro con Don Massimo Manservigi, sacerdote ferrarese e direttore del settimanale ‘la Voce di Ferrara-Comacchio’

 

Domenica 14 settembre 2014

10.00 “Di chi siamo ostaggio: della Politica o dell’Economia?”
Intervengono:
Renato Farina, politico e scrittore
Romano Tiozzo, ufficio del rappresentante delle piccole e medie imprese presso la commissione europea, dirigente della camera di commercio di Venezia

15.00 “17.000 buone ragioni per vivere”
Testimonianza di Paola Bonzi, fondatrice del Centro di Aiuto alla Vita Clinica Mangiagalli, Milano

17.30 Poesie sugli scogli

 

Info www.fraterraecielo.it, info@fraterraecielo.it

La manifestazione avrà luogo con qualsiasi tempo • INGRESSO LIBERO


“Giorgio foresto”, la vita misteriosa di De Gaspari, il più grande illustratore del Novecento

DeGaspari 002Esce in questi giorni presso la libreria editrice “Il Leggio” di Chioggia (www.leggioeditrice.it), il catalogo dal titolo GIORGIO FORESTO le opere segrete di Giorgio De Gaspari che presenta, oltre ad alcuni affascinanti approfondimenti biografici, circa trenta opere inedite, molte delle quali commentate, del famoso illustratore italiano, considerato da molti il più grande del Novecento. Un sassolino gettato nelle acque tranquille e feconde della produzione degaspariana che si spera possa dar vita a grandi cerchi concentrici di sana curiosità e vero interesse.

Nato nel 1927 in provincia di Milano, viene sin da subito ad intraprendere una brillante carriera artistica nella redazione del Corriere assieme a grandi come Walter Molino, Hugo Pratt, Aldo Di Gennaro, di Rinaldo Dami e presso la Fleetway publications di Londra; quasi sospinto poi da un radicale desiderio di nascondimento, si rifugia a partire dal 1970 lontano da tutti nella piccola isola di Pellestrina ai margini della laguna veneta.

Qui indisturbato, conducendo una bizzarra vita bohémien fatta di stracci e coronata dal chiacchiericcio della gente, comincia a produrre opere artistiche sinora rimaste nascoste nelle case dei privati firmate Giorgio Foresto, ovvero “Giorgio lo straniero” proprio per questo suo desiderio di non essere riconosciuto, che baratta le opere in cambio di uva e pomodori dal fruttivendolo del paese, di un taglio di capelli dal barbiere, dei formaggi dal commerciante, di una mano a costruire la sua palafitta.....

Una produzione perciò più intima, svincolata da interessi economici o editoriali, di un importante artista che fuggito nel suo studio lagunare (l’immagine allegata della palafitta è infatti il suo studio) ha saputo dipingere e barattare, all’insaputa degli stessi isolani, dei veri capolavori.

DeGaspari 001Un lavoro sorprendente, curato da Giovanni Scarpa, studente della facoltà di Lettere di Padova e già presidente dell’Associazione culturale Rosmini, che svela opere di straordinaria maestria tecnica e rapsodica inventiva che vengono a costituire un vero e proprio tesoro nascosto, un’ulteriore perla custodita sotto le leonine ali veneziane.

Il testo è in uscita e a breve sarà acquistabile sul sito www.leggioeditrice.it e sulle piattaforme più diffuse (Ibs, Amazon), il prezzo di copertina è di 15 euro.

 

Dal sito de Il Sole 24 Ore: Giorgio De Gaspari: il massimo illustratore del Novecento

http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2012/10/20/il-massimo-illustratore-del-900/


Sabato 12 luglio una gita cultural-gastronomica a Chioggia

6071[1]Dopo il grande successo dell’escursione del 22 giugno scorso a San Lazzaro degli Armeni, siamo lieti di annunciare una nuova escursione a Chioggia (VE) che vuole unire la valorizzazione delle bellezze naturali e artistiche con la degustazione dei prodotti del territorio veneto, ricchissimo di sapori e ricette. Organizzazione sempre a cura del dott. Romano Tiozzo, già promotore dell’uscita veneziana.

L’appuntamento è per sabato 12 luglio alle 15.30 al parcheggio di Borgo San Giovanni. Per raggiungerlo, appena giunti al termine del ponte translagunare non dirigersi a Sottomarina ma svoltare per Chioggia. Prima del cimitero sulla destra e dell’acquedotto sulla sinistra c’è un grande parcheggio. Di lì a piedi raggiungeremo il centro storico della città.

Questo il programma. Alle 15.30 si parte a piedi per il centro di Chioggia percorrendo la riva lungo il bacino del Lusenzo. È una camminata di circa 800 metri lungo laguna. Poi prenderemo la Riva Vena e percorreremo l’intera città fino a visitare la Chiesa di San Domenico. Passeremo per calli e campielli: circa un chilometro di passeggiata altrettanto piacevole, in mezzo alle barche ed ai luoghi più caratteristici della città.

La Chiesa di San Domenico è molto caratteristica per l’ubicazione e per le opere da vedere: il Crocefisso ritrovato in mare di origine bizantina, il ciclo pittorico del Damini, il San Paolo di Vittore Carpaccio ed altre opere di Tintoretto.

Poi visiteremo la Chiesa della Ss.ma Trinità (o dei Rossi) percorrendo il Corso del Popolo, che contiene dipinti di scuola veneziana. È un Oratorio molto bello e per noi anche significativo perché qui è stato ordinato sacerdote il beato Antonio Rosmini.

Infine la Cattedrale. Opera dell’architetto Baldassarre Longhena, molto simile a San Pietro in Castello per chi ha partecipato alla gita veneziana. Di rilievo l’urna dei Santi Felice e Fortunato e nella vicina chiesetta di San Martino il polittico di Paolo Veronese.

Al termine della visita alle chiese, con cenni alla storia millenaria della Città - di origine romana - alle 19.00 andremo allo stand della Sagra del Pesce nei pressi della Cattedrale. Ognuno potrà servirsi a piacere, i costi sono molto economici. In menu pesce fritto o ai ferri, polenta, primi piatti, sarde in saor, capparossoli e peoci in cassopipa (saltati in padella con la cipolla). Durante la degustazione è prevista una sorpresa.

Il costo della visita è di 5 euro a persona per dare un compenso alle guide ed un contributo a chi tiene aperte le chiese. Ciò che avanza sarà devoluto a Cà Edimar.

Vi preghiamo di dare conferma della partecipazione al dott. Romano Tiozzo cellulare 320-1810768 e-mail romano.tiozzo@ve.camcom.it.


Il video della testimonianza di Gemma Capra Calabresi a Padova

IMG_1256«Per educare un figlio ci vuole un villaggio» è il titolo della festa delle Scuole Romano Bruni che si è svolta a Padova, nella sede delle scuole, dal 6 all'8 giugno 2014. Tre giorni di incontri, sport, musica, festa, mostre, degustazioni, convivialità, che hanno avuto il loro culmine venerdì 6 giugno alle 18 con la testimonianza della signora Gemma Capra.

 

Gemma Capra è stata la moglie del commissario di polizia Luigi Calabresi, assassinato il 17 maggio 1972 a Milano davanti alla sua abitazione, mentre andava in ufficio, da un commando composto da almeno due sicari che gli spararono alle spalle. Calabresi lasciò la moglie, incinta, e due figli: Mario, attuale direttore de «La Stampa», che ha raccontato la storia della sua famiglia nel libro «Spingendo la notte più in là», e Paolo. Il terzo figlio (Luigi) nascerà pochi mesi dopo la sua morte.

 

Questo il video dell'intervento.

 

 

«Dopo la morte di mio marito», ha raccontato di recente la signora Capra, «ho deciso che dovevo educare i miei figli nella gioia di vivere che avevo provato nella mia famiglia. La gioia è importantissima, donare il sorriso sempre, in qualunque modo agli altri, fa bene a se stessi. La seconda decisione è stata di non crescerli nel rancore, nell'odio, tanto meno nel desiderio di vendetta. Se ti alzi la mattina con il rancore, la rabbia, l'odio dentro, come fai a crescere dei bambini, vedere le loro scoperte, sentire le loro parole nuove, scoprire una nuova amicizia, godere di un tramonto? Questo è stata la base della mia scelta per educare i figli».

 

Il titolo della festa prende spunto dal dialogo di papa Francesco con gli alunni e i docenti delle scuole cattoliche a Roma il 10 maggio scorso: «C'è un proverbio africano tanto bello: "Per educare un figlio ci vuole un villaggio". Per educare un ragazzo ci vuole tanta gente: famiglia, insegnanti, personale non docente, professori, tutti!».


“Lituania canta” al Meeting di Rimini

ruta2“Lituania canta” è il titolo dell’intervento che martedì 26 agosto al Meeting di Rimini (International Arena FS settore B7) vedrà protagonisti il paese dell’Est Europa e il suo lungo cammino verso la libertà sulle scene della principale kermesse dell’estate europea.

Il gruppo “Lituania canta” è un ensemble femminile composto da Ruta Vosyliute, Rimgaile Pauraite, Julija Pauraite, Lina Grigaliunaite che proporrà alcuni tra i brani più suggestivi e struggenti della ricchissima tradizione nazionale.

Guarda il video di presentazione dell’incontro.

 

Particolarmente nota nel nostro paese Ruta Vosyliute. Nata a Vilnius, in Lituania, ha appreso i primi rudimenti della musica a sette anni nella scuola nazionale lituana M.K.Čiurlionis, studiando pianoforte e canto corale. Dopo tre anni inizia a studiare canto e direzione di coro.

Nel 2003, presso il liceo di Užupis, impara le lingue straniere (tedesco, inglese, italiano). Comincia a cantare nel coro professionale Aidija (Eco), con cui realizza vari concorsi e concerti in Lituania, Germania, Francia e Svezia. Partecipa a diversi concorsi nazionali di direzione di coro e d’orchestra, nonché di canto, come Dainų Dainelė e B.Grincevičiūtė.

Mossa dalla grande passione per il canto, nel 2005, si iscrive all’Accademia di musica e teatro di Vilnius, seguendo la specialità in Canto lirico ed avendo come docente Sigutė Stonytė, una tra le più famose cantanti d’opera della Lituania. Partecipa a diversi corsi: Interpretazione di musica da camera, tenuto dalla professoressa Scherr (Vilnius, 2009), Interpretazione della musica di Bach con la professoressa R. Maciute (Vilnius 2009).

Nell’Agosto 2008, a conclusione del Corso Programma Barocco 2008 tenuto dal mezzosoprano Pamela Lucciarini in collaborazione con il Centro Studi Italiani di Urbania, ha debuttato col ruolo di Feraspe nell’ Opera La Rosaura di G.A.Perti, sotto la guida del M° Paolo Faldi (Urbania, Teatro Bramante, Orchestra Barocca di Bologna). Nel 2009 ha eseguito il Magnificat di J.S.Bach con l’orchestra Musica Humana a Vilnius e Siauliai.

Dal 2009 frequenta il biennio di specializzazione in Musica Antica presso il Conservatorio „A. Pedrollo” di Vicenza studiando con Patrizia Vaccari e Gloria Banditelli. Nel 2009 ha vinto il II premio al Concorso Internazionale Francesco Provenzale di Napoli. Nel 2010 ha vinto il I premio della quarta edizione del “Concorso di Musica Antica - Premio Fatima Terzo” e ha cantato „Miserere” di Bach- Pergolesi al teatro Olimpico di Vicenza diretto da Sigiswald Kuijken. Ha partecipato a vari festival di musica barocca come: Festival Toscano di Musica Antica, il Festival Musicale Estense “Grandezze & Meraviglie”. Ha cantato “Stabat Mater “ di Giovanni Battista Pergolesi con un prestigioso gruppo dedicato all’esecuzione di musica antica su strumenti d’epoca “ Sonatori de la Gioiosa Marca”.

Dal 2011 appartiene a un gruppo barocco dei giovani cantanti “Rosso Porpora”. Ha collaborato con i direttori come: Marco Mencoboni, Paolo Faldi, Walter Testolin, Peeric Willem.

 


Il Requiem di Cherubini a Padova e a Piove di Sacco

cherubini ai ServiSiamo lieti di segnalare due occasioni per ascoltare un capolavoro: il Requiem in do minore di Luigi Cherubini, per coro e orchestra, eseguito dal Coro Grande del Concentus Musicus Patavinus diretto da Antonio Bortolami, con la partecipazione del Coro Città di Padova (diretto da Dino Zambello) e del Coro Polifonico di Piove di Sacco (direttore Raffaele Biasin), con l’Orchestra del Concentus Musicus Patavinus diretta da Mauro Roveri.

martedì 17 giugno, ore 21.00
Chiesa Santa Maria dei Servi, Padova

sabato 21 giugno, ore 21.00
Duomo di Piove di Sacco (PD)

Entrambi i concerti sono ad ingresso libero.

I link dei due eventi su Facebook:

Padova https://www.facebook.com/events/686701121395399/?ref_dashboard_filter=upcoming

Piove di Sacco https://www.facebook.com/events/302993219864488/?ref_dashboard_filter=upcoming

Il Requiem in do minore per coro misto e orchestra è stato composto nel 1815 a Parigi ed eseguito per la prima volta nella cattedrale di Saint-Denis il 21 gennaio 1816, per ricordare il ventitreesimo anniversario della morte per decapitazione del re Luigi XVI a seguito dello scoppio della Rivoluzione francese. Fra i molti, è stato apprezzato e lodato da compositori quali Beethoven, Brahms e Schumann.

In Francia per più di 50 anni un’altra era stata la messa da requiem più eseguita e in un certo qual modo quella ufficiale: la “Grande messe des morts” di François-Joseph Gossec, improntata ad uno stile alto, accademico e, in certi suoi punti, quasi marziale. Il Requiem di Cherubini invece se ne discosta in modo molto drastico, evitando l’usuale alternanza fra momenti corali e solistici (essendo il suo requiem privo del quartetto vocale a solo) e spogliando la tecnica coristica di ogni accenno compositivamente virtuosistico, se si eccettua la fuga a tre voci compresa nell’Offertorio. Ciò dovuto principalmente alla formazione dello stesso Cherubini che aveva imparato molto dalla tecnica palestriniana durante il suo apprendistato presso Padre Martini.

La parte orchestrale è invece di “impressionante modernità”, caratterizzata sia da tratti di inestimabile dolcezza sia da parti di vigorosa sonorità (si veda ad esempio il Dies Irae), che tanto influenzeranno la musica di Hector Berlioz, pur mantenendo dei collegamenti con la precedente storia della musica (si vedano i colori cupi dell’ Introito, caratterizzati dal suono di viole, violoncelli, contrabbassi e fagotti, con l’esclusione dei violini).