I convegni su sant'Agostino e don Giacomo Tantardini

Dal 1998 al 2008 l'Associazione Rosmini ha organizzato, assieme ad altre organizzazioni e liste studentesche, i convegni sull’attualità di sant’Agostino, ciclo che ha rappresenta uno degli appuntamenti periodici più affollati ed attesi dell’ateneo e che si teneva nell’aula magna o nell’aula E del palazzo del Bo. I convegni, introdotti dal magnifico rettore, da presidi o da personalità della vita pubblica, hanno visto come relatore il prof. don Giacomo Tantardini, dell’Università San Pio V di Roma, scomparso nel 2012. Su questo sito verranno pubblicati i testi dei convegni, anche come omaggio e in memoria di don Giacomo. Anche perché molte sue intuizioni e molti approfondimenti sono oggi più attuali di quando furono proposti.


Martedì 31 marzo 1998, «Movimento cattolico e movimenti ecclesiali, per una lettura del cattolicesimo contemporaneo»

Il professor Butturini era assente, ma la lezione si tenne ugualmente con il solo Tantardini. Che al termine della sua esposizione offrì una sintesi efficace: «Ripeto sinteticamente le tre osservazioni che ho fatto. 1. Il dogma del peccato originale come il principio dirimente del giudizio sull’umano e sulla società. 2. In questi secoli il papato, il papa nel suo magistero, ha assunto il ruolo di guida culturale dei cattolici, dell’azione dei cattolici. Direi, più propriamente, dell’azione culturale, sociale e politica dei cattolici… forse potremmo dire più realisticamente dell’azione dei militanti cattolici. Questa ultima (cattolici impegnati o militanti) sarebbe una categoria interessante per leggere la storia del cattolicesimo moderno. 3. La grande distinzione di Agostino tra l’uti e il frui, tra ciò di cui si usa e ciò che rende felice il cuore, ciò di cui si gode, è fondamentale per leggere la condizione umana e la condizione civile e politica in cui il cristiano vive. Ma questa distinzione è comprensibile solo se il frui, cioè la felicità, è un avvenimento che accade, altrimenti, anche come distinzione, è ultimamente non usabile nel giudizio sulla vita personale e sulla vita sociale. La felicità, il frui, il godimento solo in quanto accade, e quindi si realizza come una civitas, diventa storicamente reale, diventa interessante! Solo cioè se è un avvenimento che accade. Questo godimento è un avvenimento che accade, che incontra, che stupisce, che sorprende, che coinvolge, per cui chi è coinvolto in questo frui, in questo godimento, ha davanti agli occhi questo godimento e non ha davanti agli occhi il problema della riforma della sua vita personale, della riforma della Chiesa o della riforma della società. Davanti agli occhi e nel cuore, proprio come dinamica di memoria e di desiderio, ha questo godimento. Ogni riforma morale come problema, come intento prevalente, ultimamente nasce da una mancanza di felicità. Invece l’esperienza della felicità rende buono il cuore, quindi rende morale il cuore, ma non rende la morale un problema o un progetto. Queste sono le tre osservazioni di oggi, che ho suggerito prendendo spunto da Rosmini nella sua polemica sul rapporto natura-soprannatura con Gioberti, per il quale il papato è principio della civilizzazione; e prendendo spunto dal fatto che i papi in questi due secoli hanno scritto molte encicliche riguardanti non tanto, diciamo così, la dottrina della fede e della morale, ma che puntano a descrivere come il mondo deve essere, come i cattolici si devono comportare nel mondo moderno, come il mondo moderno non è in rapporto, diciamo così, all’ideale di cristianità che ormai si stava perdendo».

Scarica il testo della lezione di martedì 17 marzo 1998.


La conversione al cristianesimo nei primi secoli

Venerdì 16 novembre 2012 alle ore 21.00 nell’aula magna dell’Istituto teologico S. Antonio dottore in via San Massimo, 25 (parcheggio con ingresso da via Sant’Eufemia 13/bis) l’Associazione culturale universitaria Antonio Rosmini di Padova organizza l’incontro “La conversione al cristianesimo nei primi secoli” presentazione del libro di Gustave Bardy (Jaca Book 2002, pp. 350). Interviene don Ambrogio Pisoni, docente dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. Introduce Samir Suweis (Università di Padova). Bardy ricostruisce in questo libro le motivazioni, gli ostacoli, le esigenze, i metodi della conversione cristiana nei tempi della Chiesa. Ma colloca anche accuratamente le prime vicende del cristianesimo dentro l’ambiente religioso e culturale dell’impero romano.


“Aethiopia porta fidei”, una mostra da non perdere

“Aethiopia porta fidei” è il titolo della mostra che sarà aperta dal 27 ottobre 2012 al 24 febbraio 2013 nel Museo diocesano di Vicenza (Piazza Duomo, 12). L’esposizione riprende due precedenti rassegne, “Nigra sum sed formosa: sacro e bellezza dell’Etiopia cristiana” (Venezia, Ca’ Foscari, 2009) nonché “E sopra vi era dipinto l’Antico di giorni” (Pordenone, Palazzo Cossetti, 2011), e le integra con i manufatti della Fondazione Nonis custoditi nel Museo diocesano di Vicenza.
Il comune obiettivo di fondo delle tre mostre è stato quello di avvicinare il pubblico italiano a un’antichissima esperienza religiosa, spirituale e artistica, con rigore scientifico, la pubblicazione di materiali spesso inediti, e senza alcuna approssimazione di carattere etnografico. Icone, croci, rotoli magici, manoscritti, arredi liturgici sono inseriti nel loro contesto millenario e all’interno di una trama di relazioni che, sin dalla prima età moderna, hanno collegato l’Etiopia e l’Italia, in particolare i territori dell’allora repubblica veneta.
Le tre iniziative si caratterizzano inoltre per un impiego non accessorio di tecnologie multimediali, in modo da avvicinare lo spettatore a una realtà lontana nel tempo e nello spazio, coinvolgendolo in una vicenda storico-culturale ricca di affascinanti contenuti, e per l’esemplare collaborazione tra diverse istituzioni.
Orari di apertura: da Martedì a Domenica 10.00-13.00 / 14.00-18.00 / Chiuso il lunedì
Info museo@vicenza.chiesacattolica.it - Tel. 0444 226400 - Fax 0444 226404


Basta un uomo che vuol vivere

Un articolo del mensile Tracce racconta l'incontro padovano del 2 ottobre con Paul Bhatti. A partire da una frase di Kafka: «La logica della legge è incrollabile, ma non resiste a un uomo che vuole vivere». «Leggendo il testamento spirituale di suo fratello ci ha colpito la grandezza, l’imponenza umana della testimonianza di Shahbaz. Aveva ragione Kafka, più di quanto pensasse lui stesso. Di fronte alla violenza del potere l’unico argine possibile, l’unica possibilità di crescita e sviluppo per tutti è la persona, l’uomo che vive».

Il link all'articolo di Tracce.


Shahbaz Bhatti e la libertà religiosa in Pakistan

Per la sua morte il presidente Napolitano si disse «profondamente scioccato e sgomento». Il papa Benedetto XVI parlò di «commovente sacrificio della vita» destinato a «svegliare nelle coscienze il coraggio e l’impegno a tutelare la libertà religiosa di tutti gli uomini». Fece il giro del mondo la mattina del 2 marzo 2011 la notizia dell’assassinio di Shahbaz Bhatti, ministro pakistano per le minoranze religiose. Un uomo ben consapevole dei rischi che correva, e che di se stesso diceva: «Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo». Un uomo di pace che l’Associazione culturale universitaria Antonio Rosmini di Padova vuole ricordare con un incontro pubblico

martedì 2 ottobre, alle ore 17.30
aula Morgagni del Policlinico universitario di Padova
via Giustiniani, 2 – Padova

SHAHBAZ BHATTI e la libertà religiosa in Pakistan

Introduce:
Andrea PIN ricercatore in Diritto costituzionale – Università di Padova

Relatore:
Paul BHATTI ministro dell’Armonia nazionale del Pakistan

Porterà i saluti dell’Università la prof. Patrizia Burra, docente della Facoltà di Medicina e referente del magnifico Rettore per le problematiche relative alla cooperazione internazionale.
Di particolare rilievo tra i relatori la figura di Paul Bhatti, fratello maggiore di Shahbaz che ha raccolto la sua eredità, ma anche la carica politica all’interno del governo pakistano. Una presenza particolarmente significativa, quella dell’attuale ministro, anche perché proprio nell’Università Padova ha compiuto i suoi studi di Medicina. Di recente ha dichiarato: «Mio fratello ha lasciato un grande vuoto che sto cercando di riempire. Il popolo avverte la sensazione che manca un leader, una persona in grado di proteggerlo. Con lui le minoranze sapevano che, in caso di discriminazioni e ingiustizie, era pronto a tutelarle muovendosi sia a livello nazionale che internazionale. Era una grande presenza, un sostegno forte. Con la sua morte la comunità si è sentita abbandonata, priva di una guida. Abbiamo cercato di raccogliere il testimone di Shahbaz e continuarne la missione. Personalmente, lo faccio volentieri: all’inizio ero poco convinto e molto preoccupato. Adesso le preoccupazioni si affievoliscono e cresce la consapevolezza dell’importanza di questa vocazione».

Le immagini dell'incontro. Foto Teresa Citton


Anno della Fede: i documenti

A 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II fino al 28 novembre 2013, i cattolici sono chiamati a «ravvivare in tutta la Chiesa quella positiva tensione, quell’anelito a riannunciare Cristo all’uomo contemporaneo» ha detto il Papa durante l’omelia della Messa di apertura dell' Anno della fede che per un mese accompagna il Sinodo dei Vescovi per la nuova evangelizzazione. Benedetto XVI ha ricordato commosso la sua partecipazione all’evento conciliare nel 1962 con «quella tensione nei confronti del comune compito di far risplendere la verità e la bellezza della fede nell’oggi del nostro tempo, senza sacrificarla alle esigenze del presente né tenerla legata al passato: nella fede risuona l’eterno presente di Dio, che trascende il tempo e tuttavia può essere accolto da noi solamente nel nostro irripetibile oggi».

Omelia del Papa per l'apertura dell'Anno della fede
Lettera Apostolica di Benedetto XVI con la quale si indice l'Anno della Fede
Sito ufficiale dedicato all'Anno della Fede
Nota con indicazioni pastorali per l'Anno della Fede
«Alla scoperta del Dio vicino», lettera pastorale alla Chiesa Ambrosiana, del cardinale Angelo Scola «Alla scoperta del Dio vicino»
Approfondimenti di Tracce per Anno della Fede


La prima politica è vivere, con Maurizio Lupi ed Enrico Letta

L’Associazione culturale universitaria Antonio Rosmini con la partecipazione della Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico della Diocesi di Padova (Fisp) e del Centro Universitario Padovano organizza venerdì 13 gennaio 2012 alle ore 18.00 nella sala polivalente del Centro culturale Altinate/San Gaetano di via Altinate, 71 - Padova la presentazione del volume La prima politica è vivere (ed. Mondadori 2011) di Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei Deputati. Il testo sarà presentato da Enrico Letta, vicesegretario del Partito Democratico, alla presenza dell’Autore. Introdurrà Daniele Marini, docente di Sociologia del Lavoro e dei Sistemi Organizzativi all’Università di Padova.


Gesù di Nazareth: una presentazione “ecumenica” per il nuovo libro del papa

A pochissimi giorni dall’uscita, (l’11 marzo nelle librerie di tutto il mondo), l’Associazione culturale universitaria Antonio Rosmini di Padova e la Facoltà teologica del Triveneto organizzano mercoledì 16 marzo alle ore 21.00 nel teatro della Facoltà Teologica del Triveneto (via del Seminario, 29 - Padova) un incontro di presentazione del volume Gesù di Nazareth - Dall’Ingresso a Gerusalemme alla Risurrezione di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI (Libreria Editrice Vaticana, pp. 380).

Introduce don Orioldo Marson docente di Teologia dogmatica - Facoltà teologica del Triveneto, relatori Rainer Riesner, esegeta protestante della Scuola di Tubinga e amico del Santo Padre e don Giacomo Tantardini, docente di Teologia filosofica alla Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura – Seraphicum. Coordina Eugenio Andreatta, presidente della Consulta delle Aggregazioni laicali della Diocesi di Padova.

Il volume rappresenta la naturale continuazione del Gesù di Nazareth, uscito il 16 aprile 2007. Questo secondo volume sarà incentrato sulla fase finale della vita di Cristo, la sua passione, morte e resurrezione, nucleo fondante e iniziale degli stessi racconti evangelici. L’iniziativa è finanziata con il contributo dell’Università di Padova sui fondi della legge 3.8.1985 n. 429 sulle iniziative culturali studentesche.

Info rosmini@diade.org


Il grande teologo anglicano John Milbank parla di sussidiarietà al Bo

L’Associazione culturale universitaria Antonio Rosmini organizza per martedì 12 ottobre 2010 alle 17.45 nell’aula magna dell’Università di Padova (via VIII Febbraio 2) l’incontro “Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? - Le radici della sussidiarietà”.

Relatore John Milbank, professore di Religione, Politica ed Etica all’Università di Nottingham (UK). All’inizio dei lavori porterà il suo saluto Giuseppe Zaccaria, magnifico rettore dell’Università di Padova, mentre l’introduzione sarà a cura di Andrea Pin, ricercatore della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Padova. L’iniziativa è finanziata con il contributo dell’Università di Padova sui fondi della Legge 3.8.1985 n. 429 per le iniziative culturali e ricreative degli studenti e gode del patrocinio dell’Università di Padova e della Facoltà Teologica del Triveneto.

Professore di Religione, Politica e Etica all’Università di Nottingham, Milbank è una delle voci più autorevoli del mondo anglicano contemporaneo. Teologo e cultore di scienze sociali, tratterà di un concetto - la sussidiarietà - sempre più in voga, anche se non tutti quelli che ne parlano sono forse consapevoli delle implicazioni e delle radici profonde di questo termine. Milbank parlerà a pochi giorni dal viaggio del papa nel Regno Unito, un viaggio nel quale il Santo Padre in più occasioni ha rimarcato l’importanza dell’esperienza religiosa come elemento di ricchezza per la convivenza civile.

Info rosmini@diade.org