IMG_2402A leggere i giornali – quasi tutti – il copione era già scritto. Una lotta senza esclusione di colpi, anche se con modi curiali (ma a volte neanche tanto), tra conservatori e progressisti. Dall’esterno era tutto chiarissimo. E dall’interno? Cosa dice chi il Sinodo dei vescovi sulla famiglia l’ha vissuto dal di dentro, partecipando giorno dopo giorno ai lavori? Di qui il titolo dell’incontro di martedì 10 novembre, nella sala del redentore della parrocchia di Santa Croce: “Il sinodo visto da vicino. La bellezza della famiglia e le sfide del tempo presente”. Promotrice l’Associazione culturale Rosmini, relatore Giacomo Bertolini, docente di Diritto canonico nell’Università di Padova ma soprattutto esperto e coadiutore del Segretario speciale del Sinodo.

Vi proponiamo il video dell’incontro del 10 novembre, realizzato da Emanuele Fornasier.

 

Così Eugenio Andreatta su La Difesa del popolo ha raccontato l’incontro con Giacomo Bertolini.

 

La Difesa del Popolo, domenica 22 novembre 2015, p. 17, Nessun compromesso e Spirito santo all’opera (E. Andreatta)

 

A leggere i giornali – quasi tutti – il copione era chiaro. Una lotta senza esclusione di colpi, anche se con modi curiali (ma a volte neanche tanto), tra conservatori e progressisti. Dall’esterno era tutto chiarissimo. E dall’interno? Cosa dice chi il Sinodo dei vescovi sulla famiglia l’ha vissuto dal di dentro, partecipando giorno dopo giorno ai lavori? Di qui il titolo dell’incontro di martedì 10 novembre, nella sala del redentore della parrocchia di Santa Croce: “Il sinodo visto da vicino. La bellezza della famiglia e le sfide del tempo presente”. Promotrice l’Associazione culturale Rosmini, relatore Giacomo Bertolini, docente di Diritto canonico nell’Università di Padova ma soprattutto esperto e coadiutore del Segretario speciale del Sinodo. Ecco alcune parole che mi hanno colpito di questo incontro.

Adolescenza. Bertolini citava un intervento di un padre al secondo o terzo giorno di assemblea. «Dobbiamo passare da una Chiesa di adolescenti che vuole vedere puniti i suoi figli che sbagliano a una Chiesa di padri e madri, che con maturità guardano ai loro figli», cercando di ottenere il meglio da loro. Non una “performance” perfetta, ma ciò che concretamente in quel momento riescono a dare.

Sfide. Un termine che non tramonta mai nell’ecclesialese, ma non al Sinodo. «Togliamolo, sa troppo da contrapposizione», ha proposto un Padre sinodale, meglio parlare di problemi gravi. Nella relazione finale è stato usato con parsimonia, il paragrafo 25 (“alcune sfide”). parla della poligamia e dei matrimoni combinati.

Bellezza. «Tutta la seconda parte della relazione finale è un’esaltazione della bellezza dell’esperienza famigliare, in questo i padri sono stati assolutamente concordi», con un linguaggio anche in vari punti più fresco e nuovo.

Divorziati. La spinosa questione dell’accesso ai sacramenti dei divorziati non ha visto prevalere né le posizioni oggettiviste più conservatrici, né coloro che si battevano per un’ammissione automatica o quasi. «Si è scelta una via di approfondimento morale», ha detto Bertolini, «di ascolto delle situazioni reali». E quindi di…

…discernimento. Forse il termine che meglio ha contraddistinto il Sinodo. No alle scorciatoie, le situazioni sono diverse caso per caso, bisogna avere la pazienza di accompagnare le persone aiutandole a renderle consapevoli della propria storia.

Gesuita. Un papa tifoso, sbilanciato in senso aperturista? In realtà papa Francesco, che per un mese ha fatto la vita del padre sinodale – dall’ascolto in aula alla fila alla macchinetta del caffè – ha avuto un sommo rispetto del dialogo in aula, non lasciando mai trapelare, neanche da un’espressione del viso, il suo parere sul dibattito in corso.

Compromesso. Questo invece al Sinodo non c’è proprio stato. «Non si è trattato di un accomodamento tra diverse fazioni, l’impressione è che invece l’’intero Sinodo», dimostrando un’unità su cui pochi avrebbero scommesso, «abbia fatto un passo di maturità, su cui hanno concordato tutti, anche i circuli più sbilanciati in un senso o nell’altro».

Questioni aperte. Non poche, Bertolini stesso ne ha indicate varie. Una tra tutte: se l’Eucaristia è il corpo di Cristo, la Chiesa non lo è da meno. Come si può rifiutare il sacramento a delle persone, che pur in una situazione oggettivamente irregolare, sono incorporate in Lui? Il Sinodo non ha risposto. Ma c’è una saggezza anche nel lasciare aperte le questioni a cui non si è ancora pronti a rispondere.

Spirito Santo. Alla fine, il suo intervento si è visto. «Nonostante i modi con cui è stato presentato, per me il Sinodo è stato la possibilità di fare una vera esperienza ecclesiale, di vedere lo Spirito Santo all’opera».