Porciani Giovanni ScarpaGiovanni Scarpa, studente della facoltà di Lettere dell’Università di Padova, cultore della storia dell’illustrazione contemporanea e autore di “Giorgio Foresto – Le opere segrete di Giorgio De Gaspari”, ci propone un ricordo di Carlo Porciani, pioniere dell’illustrazione italiana, cofondatore del mitico “Studio Dami”, che ci ha lasciato in questi giorni. Nella foto a fianco: Porciani con Giovanni Scarpa nella casa toscana dell’artista.

 

Porciani giovaneSi è spento pochi giorni fa (il 4 novembre 2015), Carlo Porciani, dopo una lunga e taciuta malattia.

Grande promotore e innovatore dell’illustrazione italiana è ormai dai più ingiustamente dimenticato.

Dopo aver lavorato nel 1956 al personaggio Davy Crockett, nell’industriosa Milano del 1958, assieme ai fratelli Rinaldo e Pietro Dami, collaborò alla fondazione delle rivoluzionarie Produzioni Editoriali Dami, che esportando in Europa i migliori autori del fumetto italiano, fecero di lui uno stimato editore (oltre che fumettista) e uno dei più importanti promotori dell’illustrazione moderna.

Porciani Studio DamiNegli anni in cui la televisione mostrava i suoi programmi in bianco e nero, questa grande-piccola officina, che i più chiamavano semplicemente “Studio Dami”, spandeva nelle librerie i più raffinati e innovativi libri illustrati (dinosauri, enciclopedie, fumetti…) che per la prima volta guardavano con vorace curiosità al panorama americano e londinese (western, fumetti di guerra, collaborazioni con la Fleetway Publications…) Attorno a questo nuovo focolare artistico che Giorgio Trevisan ricorda come “un posto un po’ dimesso, ma che a me sembrava il Paradiso”, si riunirono grandi Porciani Rodeocome Giorgio De Gaspari, Hugo Pratt, Mario Uggeri, Dino Battaglia, si formarono maestri come Aldo Di Gennaro.

Nelle stanze in Corso Italia, a metà tra un grande studio collettivo (i tavoli di lavoro stavano uno accanto all’altro in una grande stanza comune) e una biblioteca (molti illustratori si recavano nello “Studio” alla ricerca di informazioni utili per disegnare indiani, aeroplani d’epoca…), se ne videro davvero di tutti i colori. Tra scherzi e lavoro, qualcuno dava da mangiare al Cacatua bianco che svolazzava tra i tavoli, qualcun altro cercava di badare alla scimmietta, vera, che il De Gaspari aveva regalato ad uno dei soci.

Porciani Kolosso2Molte ancora le storie che qualcuno si prenderà la briga di raccogliere dalla viva voce di Di Gennaro, Festino, Orlandi; storie ancora nascoste nelle nebbie del ricordo, ma che, con una piccola spolverata, sapranno mostrare il loro splendore, il loro brio artistico. Un primo contributo è certo il prezioso articolo del Frisenda “Lo Studio Dami di Rinaldo ‘Roy’ Dami – Una fucina di autori” (link bit.ly/1kwW7Ry)

Porciani EgiziCarlo, giovane barbuto e intraprendente, minuto ma prestante, finì per posare per il pittore Cracupino che doveva illustrare nella rivista “Epoca” alcune scene storiche. Posò come nobile egiziano e da allora, per tutti gli anni ‘60 e ‘70, i diversi illustratori non poterono far altro che disegnare egiziani dal profilo alla Porciani.

Nel ’64, assieme a Mario Faustinelli e altri grandi fumettisti, diede vita all’inarrestabile Kolosso, “nipote di Ercole e di Maciste”, personaggio che guardava certo con lungimiranza alla wellness contemporanea e anticipava interpreti a lui più vicini come il bonario e brutale Bud Spencer o il palestratissimo Arnold Schwarzenegger.

Porciani Kolosso3La storia di Carlo si perde poi tra collaborazioni editoriali, piccole produzioni e una grande passione per il collezionismo. Fu fervente e importante estimatore delle opere del De Gaspari nonché uno dei suoi più cari amici. Finì per condurre una vita solitaria, immerso nello studio, felicemente sommerso dai libri nella sua casa in Toscana.

In attesa di altre più copiose e meritate rimembranze, auguriamo a Carlo un buon felice ritrovo con gli altri grandi “gentiluomini di fortuna”.

(Giovanni Scarpa)