Francesco Lo Sterzo2Sabato 9 marzo incontro a Padova con Francesco Lo Sterzo, ricercatore italiano 27enne del Cern di Ginevra che ha fatto parte dell’equipe di scienziati responsabile dell’importante scoperta

L’hanno chiamata “particella di Dio”, ma solo per un equivoco. Il bosone di Higgs teorizzato da Peter Higgs nel 1964 e confermato sperimentalmente il 4 luglio dell’anno scorso dagli scienziati del Cern di Ginevra, non ha direttamente che fare con l’esistenza di un Essere Superiore. Il nome fantasioso è stato prodotto da un fatto del tutto casuale: quando fu presentato, nel 1993, il libro divulgativo sulla sensazionale scoperta, l’editore cambiò il titolo da “The Goddam Particle” (la particella maledetta, chiamata così perché nessuno riusciva a trovarla) in “The God Particle”, anche se l’altro nome sembrava più appropriato.

Tutto ciò evidentemente non rende meno sensazionale la scoperta e avvincente la storia dell’équipe che ha lavorato al progetto. Per questo motivo l’Associazione culturale universitaria Antonio Rosmini, in collaborazione con il Liceo scientifico Romano Bruni propone

sabato 9 marzo 2013 alle ore 10.45
nell’aula P300 di via Paolotti 2 a Padova

IL MISTERO DELLA MATERIA: IL BOSONE DI HIGGS
Storia di una scoperta raccontata da un protagonista

Incontro con Francesco Lo Sterzo del Cern di Ginevra.

Francesco Lo Sterzo, 27 anni, giovane ricercatore abruzzese, ha fatto parte dell’equipe di scienziati responsabile dell’importante scoperta. È nato a Roma, città in cui si è laureato in Fisica delle particelle all’università La Sapienza. Subito dopo la laurea si è trasferito a Chicago per la laurea specialistica, quindi a Ginevra, dove ha effettuato il dottorato di ricerca. In Svizzera, assieme ad altri scienziati italiani dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, Lo Sterzo comincia a lavorare nell’ambito di «Atlas», uno dei mega-esperimenti lungo l’anello sotterraneo del Large Hadron Collider (LHC), l’acceleratore di particelle più grande del mondo.

Il giovane ricercatore italiano spiegherà a un pubblico non necessariamente composto da addetti ai lavori in cosa consiste l’importanza della scoperta di cui hanno parlato – a proposito o a sproposito – i media di tutto il mondo (l’autorevole rivista Science l’ha scelto quale Breakthrough per l’anno 2012) e del fascino dell’avventura scientifica da lui vissuta in prima persona.

Significative al proposito le parole con cui Fabiola Gianotti, responsabile del progetto ATLAS che il 4 luglio 2012 ha avuto il privilegio di annunciare la prima osservazione di una particella che è compatibile con il celebre bosone di Higgs. «Sono una scienziata e, in quanto tale, sono davvero convinta che la modestia e l’umiltà siano caratteristiche fondamentali per chi fa un lavoro come il nostro», ha raccontato in un’intervista la ricercatrice italiana.

«Anche se straordinari», ha proseguito, «tutti i passi in avanti che facciamo ci ricordano sempre che conosciamo ancora così poco della fisica delle particelle. Ci rimane ancora tanto da studiare, che non posso far altro che rimanere ben salda con i piedi per terra, e continuare con umiltà il mio percorso di ricerca».

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Scarica la locandina dell’incontro.