Nell’autunno 2016 la piana di Ninive, invasa dall’Isis due anni prima, è stata liberata. Ma per le popolazioni di quel territorio il ritorno alla proprie case e la ricostruzione di una vita civile non è ancora possibile. L’esercito del califfato ha lasciato dietro di sé cumuli di macerie; case, negozi e chiese devastati. I cristiani in particolare hanno trovato ogni simbolo religioso fatto a pezzi, ogni statua decapitata, montagne di libri bruciati, i campanili abbattuti, le croci fatte cadere dai campanili; tutte le loro case sono state saccheggiate, molte bruciate, altre distrutte.

Padre Jalal Yako, sacerdote rogazionista nativo di Qaraqosh, è uno dei responsabili del più grande campo profughi cristiani che si trova ad Erbil: lavora infaticabilmente per tenere viva la speranza della sua gente che un futuro migliore e più sereno non sia una illusione. Nella sua attività la rinascita di un tessuto umano e sociale procede contemporaneamente alla ricostruzione dei luoghi concreti dove la vita possa rifiorire.

L’incontro casuale con lui nel corso delle nostre attività artistiche ha generato una iniziativa che è diventata progetto ed è ora in via di realizzazione: padre Jalal ci ha chiesto di aiutarlo a ricostruire la sua chiesa, perché i segni materiali della fede, simbolicamente violentati (statue con testa e mani mozzate, tabernacoli e altari distrutti) siano sostituiti con nuove opere fatte con creatività e amore, segno della Bellezza di Cristo che ha vinto la morte.

Per il Santo Natale 2016 la chiesa di Erbil ha ricevuto un bel presepe in terracotta realizzato dalla scultrice Oriana Sartore.

Padre Jalal, incoraggiato da questo gesto di fratellanza e condivisione ha quindi segnalato il bisogno che la chiesa della sua parrocchia, dedicata alla Trasfigurazione, avesse una nuova pala per l’altar maggiore.

L’opera è quasi terminata: ma non pochi sono i costi per la sua realizzazione e per la spedizione a Erbil.

La condivisione di questa iniziativa è un modo concreto e importante affinché i fratelli che vivono in una terra tanto martoriata non si sentano soli e abbandonati. Il sentirsi ricordati è per ognuno di loro motivo per alimentare la speranza e la fiducia che la costruzione di un mondo migliore sia possibile per loro come per noi.

Aggiornamento del 2 giugno 2017:

Inaspettatamente si sono aggiunti compagni di cammino, non su contributi finanziari, ma artistici: un amico pittore, Flamini Zullo, si è sentito provocato a mettere a disposizione la sua arte. L’isis ha fatto scempio ma infaticabilmente si risorge…

Insieme alla pala per l’altar maggiore manderemo anche una ‘Madonna della Tenerezza’ che è in corso d’opera in questi giorni.

Riassumiamo di seguito i costi complessivi e le operazioni necessarie per portare a termine l’operazione:

  1. 4 formelle in terracotta, lavorate in altorilievo, lucidate e dipinte:
  • Materiali e costi per la realizzazione, la cottura, la rifinitura: euro 300
  • Struttura autoportante in alluminio smontabile: offerta da privato

Materiale per imballaggio e spedizione:

  • 4 casse compatibili con le dimensioni delle formelle, e relativo materiale per imballaggio:
    • Gesù cm. 77×53 kg. 16
    • Mosè cm. 47×58 kg.11
    • Elia cm. 47×59 kg.10
    • Pietro cm. 55×57 kg.12
    • Giovanni e Giacomo cm. 70×56 kg.20
  • Contributo per i colori speciali per icone per la realizzazione della tavola dipinta
  • Costi di spedizione a Pisa, dove verranno imbarcati a cura dell’aereonautica militare: non ancora quantificati

Avendo presente che le condizioni di vita della comunità di Erbil sono, come in tutto il territorio della piana di Ninive, estremamente precarie, eventuali fondi raccolti in eccesso verranno consegnati comunque a padre Jalal in persona.

 

Progetto a cura di Emanuela Centis, Oriana Sartore e amici

 

Nel video: padre Jalal rientra nella sua chiesa a Qaraqosh