Il 1 giugno a Padova la prima presentazione pubblica de “Il maestro vetraio”
L’omicidio di una misteriosa donna, le losche vicende di corruzione nei palazzi di Venezia, una ragazza moldava clandestina sparita nel nulla. Da queste vicende prende le mosse “Il maestro vetraio”, il secondo romanzo dello scrittore veneto Alberto Raffaelli. L’Associazione Rosmini vi invita alla prima presentazione pubblica del romanzo, che si terrà mercoledì 1 giugno alle 18.45 a Padova nell’Oratorio del Redentore, a fianco della chiesa di Santa Croce in corso Vittorio Emanuele 178 .
Presentazione del romanzo
IL MAESTRO VETRAIO
di ALBERTO RAFFAELLI
autore di “L’Osteria senza l’oste”
Graziano Debellini imprenditore e presidente dell’Associazione Santa Lucia onlus
Francesco Jori editorialista de Il Mattino di Padova
Coordina:
Eugenio Andreatta giornalista
Sarà presente l’autore.
Scarica la locandina dell'evento
Leggi la scheda del volume su www.itacaedizioni.it/il-maestro-vetraio
Sui nani di Biancaneve e la gloria dell’imprevisto
di Giovanni Scarpa. Ritengo inevitabile come prima cosa scusarmi con i lettori per quell’indefinito e inesprimibile camouflage parapornografico che un titolo come Sui nani di Biancaneve… suggerisce, almeno nel sottoscritto. A parte questo, il breve scritto che segue si propone di affrontare non uno, ma bensì due “grandi problemi” legati al classico Disney e alla sua origine letteraria. Il primo, lo vedremo subito, ossessiona il sottoscritto da oltre due anni e riguarda, per così dire, la classificazione naturale dei nanetti della fiaba, il loro concretizzarsi all’interno di una specifica area semantico-istituzionale. Sicuramente è una domanda che risulterà pura idiozia per alcuni, ma turba profondamente chi scrive: i nani in questione, i famosi “Sette nani”, sono esseri umani affetti da nanismo o nani appartenenti al regno Fantasy?
Il problema nasce innanzitutto dalla diffusa e inevitabile commistione delle due categorie nell’iconografia immaginifica del volgo. I tratti dei nani fantasy non possono che ispirarsi a quelli dei nani reali! Tanto più che un’affascinante ricerca di Barthels vede in Biancaneve certa Maria Sophia Margaretha Catherina von Erthal, e nei sette nani gli operai impiegati per lavorare nelle antiche miniere nei pressi di Lohr (spesso affetti da nanismo o ragazzi). Il classico Disney del 1937 e le precedenti realizzazioni artistiche non aiutano a risolvere l’arcano: vi scorgiamo una saggia tendenza a non sbilanciarsi troppo, a caratterizzare umanamente i personaggi e al contempo rassomigliarli esternamente ai più classici gnomi. La “confusione” aumenta quando osserviamo i consueti “sette nani da giardino” presentarsi sotto mentite spoglie di gnomi, troppo bassi per essere umani, troppo bassi anche per essere nani fantasy. L’analisi lessicale per ora non ha fornito grosse rivelazioni presentandomi semplici ambivalenze (anche se un linguista tedesco potrebbe forse meglio spiegarmi la differenza tra Dwarf e Zwerge). Insomma, a voi la patata bollente: attendo utili consigli.
Il secondo problema, di ordine più squisitamente filologico, riguarda il “finale” della fiaba. Rimane assodato che la memorabile scena del bacio disneyano ha saputo influenzare vecchie e nuove generazioni, ma la scena risolutrice della fiaba dei Grimm rimane per il sottoscritto di una poeticità scandalosa (letteralmente parlando). Si legge infatti verso la fine: «Ma un bel giorno un principe capitò nel bosco e si recò a pernottare nella casa dei nani. Vide la bara di Biancaneve sul monte e lesse ciò che vi era scritto a caratteri d’oro. Allora disse ai nani: -Lasciatemi la bara; vi darò ciò che vorrete in compenso-. Ma i nani risposero: -Non la cediamo per tutto l’oro del mondo-. -Allora regalatemela- disse egli -non posso vivere senza vedere Biancaneve: voglio onorarla e ossequiarla come colei che mi è più cara al mondo-. A queste parole i buoni nani si impietosirono e gli diedero la bara. Il principe ordinò ai suoi servi di portarla sulle spalle. Ora avvenne che essi inciamparono in uno sterpo e per l’urto, il pezzo di mela avvelenata che Biancaneve aveva inghiottito le uscì dalla gola. Ella tornò in vita, si mise a sedere e disse: -Ah Dio! dove sono?-. -Sei con me!- rispose il principe pieno di gioia, le raccontò ciò che era avvenuto e aggiunse: -Ti amo al di sopra di ogni altra cosa al mondo; vieni con me nel castello di mio padre, sarai la mia sposa-».
Ai più questa scioccante farsa dell’inciampo sembrerà l’assassinio del romanticismo, la prosaica versione stupida dei Grimm. A me pare invece brillare di una profonda verità: certo la magia di un bacio non ha alcun paragone, ma che bello pensare che l’evento più importante della nostra vita possa provenire da un inciampo, da un errore, da una svista. I baci si possono dare, gli imprevisti si possono solo ricevere. E poi che bella la risposta del principe a Biancaneve: Dove sono? Sei con me! Come a dire: non importa il luogo, ma il fatto che tu sei qui, ora, al mio fianco. Tutto grazie a quei servi sbadati, tutto grazie a quegli sterpi insidiosi. Insomma: «un imprevisto è la sola speranza» direbbe Montale, e Biancaneve ne è uno splendido esempio.
A lezione di libertà, incontro con Brett Scharffs
Cosa rende la religione un fattore di libertà per tutti? Se lo è chiesto Brett Scharffs, professore di diritto alla Brigham Young University dello Utah (Stati Uniti) e neo-direttore dell’International Center for Law & Religion Studies (icrls.org), il più grande network di studiosi e contatti sulla libertà religiosa nel mondo. L’associazione Antonio Rosmini venerdì 6 maggio ha organizzato una cena/conversazione con l’importante studioso, il quale ha presentato i risultati di una ricerca tanto necessaria quanto sorprendente, sul ruolo che la religione svolge nel favorire o reprimere la libertà religiosa.
Scharffs ha utilizzato i dati forniti dal Pew Research Center (www.pewresearch.org), uno dei più importanti istituti di ricerca in campo sociale. I dati del Pew parlano chiaro - e quasi impietosamente - sul rapporto tra libertà religiosa e maggioranze religiose: nei Paesi in cui c’è una forte presenza di una sola confessione religiosa, le minoranze sono normalmente oppresse o comunque osteggiate, sia attraverso la legge, sia nella pratica sociale. Un argomento che intristisce lo stesso Scharffs, personalmente credente, che si trova ad ammettere che la religione non è sempre una risorsa di libertà.
Ma, ancora dati alla mano, lo studioso mostra che a questa tendenza diffusa delle maggioranze religiose a schiacciare le minoranze esiste un’enorme eccezione: la Chiesa cattolica. In nessun Paese in cui il cattolicesimo è maggioranza le minoranze sono conculcate.
Cosa rende possibile questo? Da qui la ricerca di Scharffs si immerge nella cultura cattolica e nella sua dottrina sulla libertà religiosa: un’impresa eccezionale per profondità, genuina curiosità e capacità d’immedesimazione dello studioso, che cattolico non è e proprio per questo ha cercato di apprendere cosa, nelle sue parole, abbia trasformato il cattolicesimo da “maggiore oppositore a più strenuo difensore della libertà religiosa”.
Il percorso che Scharffs descrive traccia un arco temporale di due secoli, nel corso dei quali la Chiesa cattolica ha sviluppato i semi della dichiarazione Dignitatis Humanae (1965) sulla libertà religiosa. È un percorso tortuoso ma entusiasmante, attraverso il quale Scharffs indica che la religiosità ha la capacità di evolvere e maturare e mostra cosa la renda un bene per tutti.
Per chi volesse leggere il testo (in inglese): http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2776352, Il lavoro è ricco di mappe e diagrammi che facilitano la comprensione ed esaltano l’importanza della ricerca: davvero una testimonianza encomiabile di un genuino interesse ad imparare da parte del suo autore, e di come l’intreccio tra libertà e verità sia un tesoro da conquistare e un fattore di bene per tutti.
Guarda le slides della presentazione di Brett G. Scharffs “Religious Majorities and Restrictions on Religion” http://www.rosminipadova.it/wp-content/uploads/2016/05/Religious-Minorities-Notre-Dame-Presentation-2015-11-02.ppsx
Andrea Pin
Associazione culturale Antonio Rosmini
Incontro con Grégoire, l’uomo che da oltre 30 anni libera i fratelli africani dalle catene
Sabato 21 maggio alle 18.00 nel polo educativo Scuole Romano Bruni di Padova in via Fiorazzo, 7 (loc. Ponte di Brenta) si terrà un incontro-testimonianza con Grégoire Ahongbonon, l’uomo che da oltre 30 anni libera i fratelli africani dalle catene. L’incontro è promosso dall’Associazione culturale Rosmini in collaborazione con l’Associazione di Solidarietà internazionale Jobel, l’Associazione Santa Lucia per la cooperazione e lo sviluppo tra i popoli onlus e l’Istituto Romano Bruni.
Grégoire Ahongbonon nasce a Ketoukpe, un piccolo villaggio del Benin al confine con la Nigeria, il 10 gennaio del 1953, da una famiglia di contadini. Da piccolo viene battezzato e trascorre la sua infanzia nel villaggio natale. Nel 1971 emigra in Costa d’Avorio per lavorare come riparatore di pneumatici.
Conosce, negli anni successivi, un periodo di prosperità economica che lo porta a diventare proprietario di alcuni taxi.
In questo tempo abbandona completamente la Chiesa Cattolica ritornando alle pratiche feticiste ed abbracciando uno stile di vita libertino. Verso la fine degli anni settanta conosce gravi disavventure finanziarie che lo porteranno al fallimento economico e personale fino a condurlo sull’orlo del suicidio.
E’ in questo periodo che Grégoire sperimenta un incontro profondo con Dio e si riavvicina alla Chiesa Cattolica partecipando, nel 1982, ad un pellegrinaggio a Gerusalemme nel corso del quale una frase pronunciata dal sacerdote lo toccherà profondamente: “ogni cristiano deve posare una pietra per costruire la Chiesa”.
Questa frase, in un animo sensibile e reso ancor più consapevole dalla grave crisi personale, cambia letteralmente la sua vita. Grégoire, infatti, rientrato a Bouaké, si accorge di una persona che vaga nuda per strada alla ricerca di cibo, le si avvicina e si rende conto che è un uomo malato di mente che a causa della sua condizione è stato emarginato dalla società. Comincia così ad interessarsi alla causa delle persone affette da disturbi psichici, scopre le condizioni disumane in cui vivono in Africa Occidentale dove si crede siano colpiti da stregoneria. Si rende conto che l’incatenamento e l’abbandono nelle strade di questi individui sono pratiche diffuse ed accettate dalle comunità locali. Grégoire decide così di dedicare la sua vita alle persone affette da disturbi psichici e agli emarginati dalla società ed inizia a liberare dalle catene ed a raccogliere dalle strade le persone con problemi mentali.
Ritornato a Bouaké, in Costa d’Avorio, avvia un gruppo di preghiera che ben presto si trasformerà in un gruppo di carità per i malati bisognosi di cure: è l’Associazione S. Camillo di Bouaké. Grégoire è sposato ed è oggi padre di 6 figli, vive a Bouaké in Costa d’Avorio.
Per saperne di più visita il sito www.gregoire.it.
Domenica 29 maggio visita guidata alla Padova ebraica
L’Associazione culturale Rosmini propone per domenica 29 maggio alle 15.30 una visita guidata ai luoghi della Padova ebraica. La visita comprenderà l’antico Cimitero ebraico sito in via Isidoro Wiel, la collezione del Museo della Padova Ebraica con la possibilità di vedere un breve documentario sulla storia degli ebrei in Padova e il film “Generazione va, generazione viene” per la regia di Denis Brotto. Infine sarà possibile visitare la Sinagoga Italiana, fondata nel 1548, tuttora usata della Comunità ebraica di Padova.
Il costo della visita è di 18 euro per i soci Rosmini, con possibilità di iscriversi per chi non è socio. Per le iscrizioni inviare un’e-mail a info@rosminipadova.it entro il 23 maggio. Si accettano iscrizioni sino ad esaurimento posti.
Per info sulla comunità ebraica di Padova vedi http://moked.it/padovaebraica/vita-ebraica/notizie-storiche/.
Assemblea dei soci il 30 maggio all’Istituto Barbarigo di Padova
Appuntamento imperdibile per i soci della Rosmini lunedì 30 maggio all’Istituto Barbarigo in via del Seminario, 7 per l’assemblea ordinaria dell’associazione. L’assemblea è convocata in prima convocazione alle ore 7.30 ed occorrendo in seconda convocazione lo stesso giorno alle ore 21.00. All’ordine del giorno la relazione sulle attività svolte nel 2015, l’approvazione del bilancio 2015, la programmazione delle attività dei prossimi mesi e il rinnovo delle cariche sociali. Possono intervenire all’assemblea, con diritto di voto, tutti gli associati.
Come tradizione, inoltre, una parte dell’assemblea sarà dedicata a un breve approfondimento culturale, che quest’anno vogliamo dedicare proprio ad Antonio Rosmini, con la presenza di Maria Pia Tindaci, docente di Filosofia nel Liceo Romano Bruni di Padova.
Il Liceo Bruni mette in scena La Tempesta di Shakespeare
In occasione del 400° anniversario della scomparsa di William Shakespeare la Compagnia de "Il teatro instabile" del Liceo scientifico Romano Bruni mette in scena "La tempesta", ultimo dramma del grande autore inglese. Lo spettacolo si svolgerà venerdì 20 maggio alle ore 21 al Teatro comunale Quirino De Giorgio a Vigonza.
Dopo aver messo in scena negli ultimi anni il "Miguel Manara", "Assassinio nella Cattedrale" e "Antigone" il "Teatro instabile" ha scelto la “La tempesta” perchè rappresenta, a detta di molti critici, il testamento di Shakespeare. In essa si trova effettivamente un condensato di quei sentimenti e quelle tematiche che rendono urgenti le scelte nella vita di un uomo. Dentro le trame che nell'opera si intrecciano vengono rappresentate sulla scena alcune grandi opposizioni che nel profondo reggono la commedia e qualsiasi storia umana: riso e pianto; magia e realtà; schiavitù e libertà; odio di vendetta e amore; castità e innamoramento sensuale; amicizia e tradimento; vita e morte; società civile e vita selvaggia.
Il messaggio de La Tempesta si offre allora ad attori e spettatori: volete voi preferire le cose agli spiriti? rinunciate voi alla speranza nella magia? volete voi credere al perdono?
Venticinque studenti, guidati dai professori Martino Frizziero e Luca Traversi, lavorano da ottobre per preparare lo spettacolo e per entrare nei panni dei loro personaggi, per immedesimarsi in quei sentimenti estremi che fecero grande l’autore inglese. Con loro collaborano altri studenti e volontari che contribuiscono alla realizzazione dello spettacolo attraverso l'elaborazione di scene, luci, costumi e musiche.
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Prenota i biglietti per La tempesta
Per informazioni: Stefano Montaccini, 345-5913987 email rettore@istitutobruni.com