di Giovanni Scarpa. Divenuti ben presto un fenomeno virale (più nel web che nell’editoria), i disegni di John Kenn Mortensen hanno fatto il giro del mondo in men che non si dica e riscontrato un meritato successo. Non tanto per lo stile, memore di Edward Gorey e delle atmosfere macabre á la Tim Burton, ma per il peculiare retroscena. Il nostro infatti è un papà come gli altri e scrive nell’introduzione al piccolo volume che lo presenta: “Sono nato in Danimarca nel 1978. Scrivo e dirigo programmi per bambini, sono padre di due gemelli e non ho molo tempo per altre cose. Quando ce l’ho, disegno mostri sui post-it. È la mia finestra aperta su un altro mondo, fatto di carta per ufficio”.
Non è un lavoro il suo, ma un passatempo. Uno strano passatempo di natura catartica, apotropaica per certi versi: mostri scuri su sfondi itterici, tra noir e horror che tuttavia sembrano celare una verità straordinaria. Perché se è vero che il nostro papà-artista ama disegnare mostri, è anche vero che assieme ad essi compare spesso la figura del bambino. E la dinamica bambino-mostro, si risolve (tacitamente) in una maniera che ricorda molto il film d’animazione Monster & Co. della Pixar: è il mostro a temere i bambini, è la Paura ad avere terrore di ciò che non conosce.
Mi ha ricordato alcuni vecchi racconti su orchi spaventati e streghe terrorizzate, sullo stupore grande dei bambini che, come nei Goonies, sanno fare amicizia coi “mostri” offrendo cioccolato. È un padre buono dopotutto, questo danese, e nella sua tranquilla quotidianità, attraverso le carte giallognole del suo ufficio, ci ricorda come sia misterioso l’incontro con il terribile, come possa essere buffa la Paura. E mentre gli harrypotteriani staranno già gongolando, pensando a quanto possa essere vero un “Molliccio”, a me tornano in mente certe belle pagine dei libri di padre Gabriele Amorth, nelle quali spesso si ricorda che il Nemico ha una fifa terribile di chi (e chi più dei bambini?) è in stato di grazia.