paolucciPerseguitati, uccisi, torturati, spesso costretti a vivere in campi profughi. Eppure sono loro, i cristiani perseguitati in tanti paesi, e in particolare in Medio Oriente, che possono indicare a noi europei, spesso imborghesiti e intorpiditi, dov’è il tesoro più prezioso della nostra civiltà. L’Associazione culturale Antonio Rosmini, in collaborazione con l’Associazione Santa Lucia per la Cooperazione e lo Sviluppo tra i popoli onlus propone

giovedì 3 dicembre, ore 21.00
sala dello Studio teologico – basilica del Santo

Sperando contro ogni speranza
La testimonianza dei cristiani perseguitati in Medio Oriente

Incontro-testimonianza con Giorgio Paolucci editorialista di Avvenire e scrittore

Introduzione di Filippo Stoppa, Associazione Rosmini

Loc_Martiri_2L’incontro costituisce un momento di preparazione e approfondimento dei temi della Cena di Santa Lucia (www.cenadisantalucia.it), che quest’anno si svolgerà lunedì 14 dicembre al Centro congressi Padova “A. Luciani” sul tema “Profughi e noi – tutti sulla stessa strada” per sostenere, tra l’altro, progetti di accoglienza e ricostruzione in Siria, a supporto della parrocchia di padre Ibrahim Alsabagh ad Aleppo, ma anche progetti in Iraq, Llibano, Giordania, Sud Sudan e altri.

Paolucci presenterà alcuni docuvideo girati in Medio Oriente, particolarmente in Siria e nei territori curdi di Siria, Iraq e Turchia. Un’occasione per restare ‘incollati’ alle vicende dolorose dei nostri fratelli ed anche per rispondere agli appelli dei loro pastori che chiedono a gran voce di fare di tutto perché non scompaia la millenaria presenza cristiana da quei luoghi martoriati dalle scorribande sanguinose dei jihadisti dell’Isis.

«Fino a pochi giorni fa, suonava naturale, quasi ovvio, chiedersi come vivessero i cristiani e le altre minoranze perseguitate dall’estremismo islamico in Medio Oriente e come si potesse aiutarli», spiega Andrea Pin, responsabile progetti culturali dell’Associazione Rosmini «dopo i fatti di Parigi, avvertiamo che il terrore attanaglia le nostre vite non meno delle loro. Giorgio Paolucci, scrittore e giornalista, raccontandoci la vita di quelle comunità ci restituisce una capacità di amore, perdono e cura che vede i perseguitati dei protagonisti e fonte di speranza anche per noi europei. Li guardavamo immaginando di poterli aiutare; ora scopriamo che sono essi a poterci sostenere».

«Impressiona soprattutto la loro certezza, la certezza con cui guardano ciò che hanno di fronte. E il fatto che perdonano i loro persecutori», raccontava Paolucci in una recente intervista. «Come si fa? Mi viene in mente il video proiettato al Meeting di Rimini di quest’anno nel quale emergeva l’origine della fede vissuta da una bambina, Myriam di Qaraqosh, con sua madre che spiegava che per lei Cristo è tutto. Ecco da dove viene una fede così: da un’educazione. Dobbiamo recuperare questa educazione e la nostra tradizione. L’altra cosa impressionante è che non odiano, ma sperano contro ogni speranza».

Nel corso dell’incontro Paolucci mostrerà anche un video con il Custode di Terra Santa, il francescano Pierbattista Pizzaballa. «Un esempio eloquente del fatto che la vera identità è possibile solo nel confronto con l’altro. Per essere cristiano davvero c’è bisogno di confrontarsi con chi è profondamente ebreo e con chi è profondamente musulmano. Non posso dire “io” fino in fondo, senza dire “tu”. Altrimenti sono mutilato nella mia identità. È per questo che si può costruire un “noi”».

Giorgio Paolucci, giornalista, è editorialista del quotidiano Avvenire e scrittore. Da vent’anni si occupa delle problematiche legate all’immigrazione e all’islam. Con Camille Eid ha scritto Cento domande sull’Islam, intervista a Samir Khalil Samir, 2002 e I cristiani venuti dall’islam, 2005. Di recente ha pubblicato Se offrirai il tuo pane all’affamato – Oltre lo scarto: la rete di carità del Banco Alimentare.

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